Alunni plusdotati e ad alto potenziale: chi sono e come aiutarli a scuola
“I bambini plusdotati e ad alto potenziale cognitivo in Italia sono l’8% degli studenti (dato statistico). È fondamentale che si instauri un “rapporto di squadra” tra insegnanti e genitori, affinché il benessere del bambino sia raggiunto attraverso l’accoglimento dei suoi bisogni”, spiega Valeria Fazi, presidente di Aget. l’associazione italiana di genitori di bambini ad alto potenziale cognitivo e plusdotati. Ma chi è un bambino gifted e cosa fanno le scuole per loro?
BAMBINI PLUSDOTATI: CHI SONO, CHI FA LA VALUTAZIONE E COSA SUCCEDE A SCUOLA
Chi è un bambino plusdotato?
È un bambino normalissimo, ma che ha la peculiarità di avere un quoziente intellettivo superiore al 130, cioè con una capacità cognitiva di apprendimento eccezionalmente superiore alla media. Questa capacità va intesa come una caratteristica (non è certo una patologia) ed è valutabile attraverso test standardizzati somministrati da apposite professionalità. Alcuni professionisti definiscono "apc", cioè alto potenziale cognitivo, i bambini con quoziente di intelligenza fra 120 e 130. Oltre 130, si parla di pludotazione. Attenzione però! Il quoziente intellettivo è una condizione necessaria ma non sufficiente per definire un individuo "plusdotato"
Chi fa la valutazione?
Le valutazioni possono essere eseguite da psicologi, psichiatri e neuropsichiatri. Non ci sono centri e professionisti accreditati. Chiunque faccia parte di queste tre categorie e sia iscritto al suo albo professionale una volta comprato il set internazionale di valutazione può offrire alle famiglie il servizio. Come scegliere? Noi suggeriamo sempre di rivolgersi a professionisti che hanno esperienza nel campo e hanno quindi approfondito il tema della plusdotazione. La valutazione può essere fatta a partire dai 2,5 anni di età. Il Consiglio Nazionale Ordine psicologi ha redatto delle linee guida per l’effettuazione della valutazione, tali linee guida forniscono molte informazioni anche su come deve essere strutturata la valutazione.
Quanto costa avere una valutazione di plusdotazione?
Dipende, non c’è un tariffario e ogni professionista lo fa in libera professione e stabilisce la sua tariffa. La spesa è completamente a carico della famiglia, non esistono bonus e contributi pubblici. Consigliamo sempre di chiedere il costo ai professionisti prima di affidarsi.
Quali sono i segnali che un bimbo è plusdotato?
Ogni bambino è un caso a sé, e addirittura ci sono bambini la cui plusdotazione resta misconosciuta per anni. Questo si verifica più spesso con le bambine, in un certo senso più “abili” di molti maschietti ad allinearsi alla media). In generale, sono bambini che appaiono estremamente precoci: ci sono piccoli della scuola materna che sanno tutto di pianeti e Big Ben; alcuni si pongono domande filosofiche (sul senso della vita, sulla morte); molti imparano a leggere/scrive da soli, prima di iniziare la scuola. Tutti si distinguono per una estrema voglia di conoscere.
Quanti sono gli alunni gifted e ad alto potenziale in Italia?
Secondo le stime, i bambini plusdotati (i cosiddetti gifted), con un quoziente d’intelligenza superiore a 130, rappresentano il 2% della popolazione scolastica. Se consideriamo anche i bambini ad alto potenziale cognitivo, con un quoziente tra 120 e 129, si arriva a circa l’8 per cento. Si tratta di una misura statistica riconosciuta a livello internazionale. Non si può dire che ci sia un aumento rispetto al passato, ma sicuramente che ci sono più casi valutati e quindi scoperti. Non sono numeri trascurabili.
Quali sono le difficoltà per le famiglie?
Ci arrivano soprattutto due tipi di richieste: molti genitori ravvisano nei propri figli caratteristiche riconducibili alla plusdotazione (come la velocità nell’apprendimento o interessi spiccatamente differenti da quelli di altri bambini) e vogliono saperne di più, per cui ci chiedono come e dove si fanno le valutazioni e che tipo di impegno anche economico queste comportano; ma le domande più frequenti, e direi pressanti, che ci vengono rivolte riguardano la scuola: mio figlio o mia figlia è plusdotato, e adesso che cosa faccio? Cosa faccio se la scuola accoglie i suoi bisogni solo parzialmente O anche per niente?
Come funziona la scuola italiana con i bambini plusdotati?
Il Ministero dell’Istruzione con la nota 562 del 3 aprile 2019 ha inserito la plusdotazione tra i bisogni educativi speciali. E molte scuole hanno preso coscienza della tematica. Molti istituti hanno redatto per loro dei piani didattici personalizzati che poi sono stati in alcuni casi seguiti. Gli insegnanti italiani hanno professionalità e competenza, la nostra didattica continua a essere copiata ovunque. Ma la conoscenza della plusdotazione è frammentata e a volta inesistente. I docenti hanno necessità di approfondire il tema, e di comprenderlo, per poter poi dare risposte pertinenti ai bisogni dei nostri figli. La nostra associazione è per l’inclusione di questi bambini nella classe e quindi predilige i percorsi di arricchimento, meglio ancora se svolti duranti l’orario scolastico. Il punto è che questi bambini, lasciati a se stessi dentro le aule e a casa, quando cioè i loro bisogni non vengono accolti, rischiano di sentirsi costantemente a disagio, di finire schiacciati dalla noia, fino a perdere interesse per la scuola, per i compagni, per la conoscenza e l’apprendimento. Per questo per noi è importante e anzi è fondamentale che si instauri un “rapporto di squadra” tra insegnanti e genitori. Ognuno deve fare la sua parte, in un percorso coordinato, affinché il benessere del bambino sia raggiunto attraverso l’accoglimento dei suoi bisogni.
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