Nidi e asili in Fase2: la soluzione è aumentare i servizi

“Più educatori, gruppi più piccoli e un’analisi dei bisogni per ogni singolo asilo”. Ecco le proposte del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia per la riapertura


“Investire, aumentando il numero di educatori, fare gruppi più piccoli di bambini e ogni asilo faccia un’analisi dei bisogni delle famiglie per trovare l’organizzazione più efficace”, ecco come si gestisce la Fase2, spiega Aldo Garbarini Presidente del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, ex direttore dei servizi educativi della città di Torino. “Il mondo produttivo ha bisogno di ripartire, ma deve farlo tenendo a mente la situazione dei bambini e delle loro famiglie. Quindi partire dal sostegno alle famiglie: prolungamento dei congedi parentali e smart working pensato sul tipo di lavoratore e non solo sul tipo di lavoro. Solo così il mondo produttivo può riaprire senza pesare solo sui genitori (e le mamme in particolare).”

Intanto il Comitato EduChiAmo e il Comitato #primalascuola hanno creato un questionario, online, per le famiglie, dove poter raccogliere le esigenze di tutti e proporre delle soluzioni basate sulle reali necessità. Con i risultati dei questionari i Comitati si siederanno a un tavolo con alcuni parlamentari

Covid-19, per riaprire nidi e asili servono più educatori nelle strutture

Aldo Garbarini: “Riaprire nidi e scuole infanzia non è solo la gestione di mascherina e distanziamento sociale (che è comunque difficile). La vera soluzione è aumentare i servizi educati 0-6 anni, no a soluzioni raffazzonate. La risposta vera per ripartire è un intervento a sostegno dei servizi educativi e non solo di chi li frequenta. È fondamentale garantire seri numeri nel rapporto educatore/bambini. Quindi c’è bisogno di più personale educativo. È necessario quindi investire sui servizi per l’infanzia. Da qui si riapre e si riparte…”

Riapertura nidi e asili in Italia: linee guida generali e studio dei bisogni specifici delle famiglie nelle singole strutture

Aldo Garbarini:“Per riaprire a monte sono necessarie delle linee guida nazionali, che dettino indicazioni precise sul ritorno dei bambini negli asili. Possono esserci poi degli adattamenti dei singoli Comuni o Regioni dettati dalle condizioni territoriali, ma le linee guida devono essere uguali per tutti e date il prima possibile. È fondamentale poi che ogni struttura parli e faccia un ragionamento con le famiglie frequentanti. Ogni asilo dovrebbe studiare le necessità delle sue famiglie e trovare così le proprie soluzioni organizzative. Magari ragionando con i genitori si capisce che il tale asilo su 60 bambini ne ha 20 che possono fare a meno del servizio per qualche mese ancora, ne ha 20 a cui basta un orario ridotto e 20 che hanno necessità del servizio in toto…”

Nidi e scuole dell’infanzia per la Fase 2: orario ridotto, spazi all’aperto, piccoli numeri e ordine di priorità

Aldo Garbarini: “Le linee guida sanitarie (mascherina, distanza di 1 metro ecc.…) vanno adattate all’età. Dai 3 mesi all’anno e mezzo pensare che il contatto fisico sia escluso completamente è impensabile. Credere di tenere i bambini da 0 a 3 anni a 1 metro di distanza con la mascherina tutto il giorno è difficilmente realizzabile. Quindi? Quindi per riaprire servono:

  • offerta graduale e non massiva, con piccoli numeri e priorità a chi ha più bisogno. Non possiamo pensare di riaprire un nido che ospitava 60 bimbi subito con tutti e 60. Ragioniamo su chi frequenta e come frequenta. Se i due genitori devono andare a lavorare in ufficio, devono avere la precedenza su chi può fare smart working o ha una rete parentale forte. Quindi serve all’inizio dare un ordine di priorità all’accesso.
  • Interventi sanitari: garanzia di sanificazione di spazi e materiale in modo costante e verifica sanitaria preapertura su bambini, famiglie e educatori.
  • Orari ridotti rispetto a prima.
  • Usare gli spazi esterni. Si cominci a ragionare sulla città come a una risorsa. Il nido non sono le 4 mura tradizionali, ma può “uscire” e deve farlo.

 

SCUOLA: ISTITUITO IL COMITATO DI ESPERTI, 18 MEMBRI

La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha istituito un Comitato di esperti per lavorare al piano per la scuola. 18 membri, con professionisti del mondo della scuola, del digitale, della ricerca, della sanità, dagli atenei. A coordinare il gruppo il Prof. Bianchi Patrizio, coordinatore, professore ordinario di Economia e Politica industriale presso l’Università di Ferrara. Il Comitato potrà formulare proposte su: l’avvio prossimo anno, l’edilizia scolastica, con riferimento anche a nuove soluzioni in tema di logistica; l’innovazione digitale; la formazione iniziale e il reclutamento del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, con riferimento alla previsione di nuovi modelli di formazione e selezione; il consolidamento e lo sviluppo della rete dei servizi di educazione e di istruzione a favore dei bambini dalla nascita sino a sei anni; il rilancio della qualità del servizio scolastico nell’attuale contingenza emergenziale

 

 


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Nidi e asili fase 2 covid-19
Riapertura degli asili per la fase 2 le proposte

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