Estate 2020: progettiamo la socialità di bimbi e ragazzi
“Progettare il futuro della vita sociale dei bambini e dei ragazzi è un’urgenza, non rimandabile. Bisogna pensare non solo all’emergenza, ma alla nuova normalità”. Non ha dubbi Chiara Saraceno, sociologa e coordinatrice dell’Alleanza per l’infanzia. Ci saranno i campus estivi? Come potrà essere l’estate dei nostri figli? “Contestualmente all’apertura delle attività produttive si pensi a organizzare forme di socializzazione o attività per bambini in sicurezza e non onerose per le famiglie. Usiamo queste settimane di tempo per pensare, non sacrifichiamo bambini e famiglie”.
ESTATE 2020: È NECESSARIO ORGANIZZARE LA VITA SOCIALE PER I BAMBINI CON PICCOLI GRUPPI, PIU’ OPERATORI E REGOLE PRECISE
Arriva l’estate. Parlare di campus estivi è impossibile?
È necessario. Qualcosa bisogna fare, l’attività esterna dei bambini e ragazzi deve essere pensata. Magari non sarà possibile fare soggiorni fuori città, ma qualcosa bisogna organizzare. Piccoli gruppi, con meno partecipanti e più operatori. Distanziamento obbligatorio. Bisognerà contingentare, ma fare. E aumentare le proposte, così i gruppi si riducono. Impossibile? In Svizzera e in Germania, dove le scuole sono chiuse come qui, i figli di chi deve andare a lavorare (medici, infermieri, poliziotti, commesse…) hanno la scuola per loro, dalla scuola dell’infanzia in su. In modo organizzato si può fare e si deve fare. Progettare, pensare. Il voucher babysitter e l’allungamento dei congedi parentali aiutano nell’emergenza, ma bisogna progettare la normalità. La Fase 2 non può essere solo i giardini accessibili (magari con numeri contingentati) e mamma e papà che portano i figli 1 ora al parco. Investire, con la mente e i soldi, sulle nuove forme di intrattenimento e custodia dei bambini è fondamentale.
Come si insegna ai bambini a stare insieme in sicurezza?
I bambini e i ragazzi in questo periodo hanno imparato a stare in casa, addestriamoli a stare in compagnia a distanza. Si sanno adattare e capiscono. Non si danno gli abbracci e si sta lontano. Dalle elementari in poi è spiegabile. E gli adulti (genitori compresi) devono avere comportamenti attenti per non mettere a rischio bambini che poi possono essere portatori del virus
Quando dice bisogna pensare, progettare a chi si riferisce?
A tutti. È un problema da affrontare per il medio lungo periodo, perché dovremo viverci abbastanza a lungo e fino al vaccino il rischio c’è. Bisogna pensare non solo all’emergenza ma alla nuova normalità Tutti dobbiamo pensarci: il governo, il terzo settore, i sindacati, gli operatori dei servizi all’infanzia e anche i genitori. È un problema da esplicitare, che già ora c’è, ma è soffocato parzialmente dalla norma “tutti in casa”. Ma questa norma non può valere ancora per molto e il carico non può rimanere solo sulle famiglie come è ora
Scuole chiuse e a settembre il problema potrebbe essere il ritorno in classi sovrappopolate. Come fare?
Abbiamo il tempo per progettare e organizzare. Pensare all’estate significa arrivare pronti all’autunno. Piccoli gruppi, distanziati.Ripensare agli spazi anche nelle scuole, riorganizzare le classi. Non possiamo continuare a tenerli in casa con intrattenimento virtuale e didattica a distanza. Devono uscire dalla vita online. Hanno bisogno di muoversi, di socializzare e di imparare, in sicurezza.
Vacanze di Pasqua, anno scolastico che finisce in giugno e riprende in settembre: si potrebbe riorganizzare anche questo?
Con tutto il rispetto per gli insegnanti che hanno tirato su le maniche in queste settimane, non si può pensare che in un periodo di vita del genere le vacanze siano intoccabili. Non è tutto normale e la nuova normalità va creata. Quindi il calendario si può rivedere, per permettere a bambini e ragazzi di ricevere l’istruzione. Secondo il Miur il 27% delle famiglie con figli minori non ha un tablet o un computer in casa e il quasi il 6% non sta avendo accesso alla didattica a distanza. Anche in termini di recupero didattico le vacanze non dovrebbero essere considerate sacre. È anche un messaggio poco educativo, come a dire che la scuola non conta molto….
Il dopo Covid-19 quali effetti avrà sulla vita familiare?
Dipende dalle risorse delle singole famiglie e da come hanno retto alla situazione. Spero che un po’ gli uomini abbiano capito che devono collaborare al lavoro domestico. Ma il rischio è che molte donne, soprattutto le meno istruite e meno pagate, escano dal mondo del lavoro. E io mi sono stancata di sentire che le famiglie sono il luogo del consumo. Le famiglie sono l’offerta di lavoro. Se chiudi le scuole e le mamme stanno a casa da lavorare, la produttività dove finisce?
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