Compiti delle vacanze: no stress
“Niente spiaggia oggi se non fai almeno 2 pagine”. Litigi che rovinano il relax del bosco. Pic nic di ferragosto che salta causa di “mancano ancora 5 temi”. Prima settimana di settembre di urla… Incubo compiti delle vacanze estive, ancora prima di iniziare? Dimentica lo stress e fai “usare” al meglio i compiti a tuo figlio, seguendo il vademecum di Marta Schweiger, psicologa e psicoterapeuta dello Studio di Psicologia e Psicomotricità, che proprio a questo dedica un appuntamento speciale gratuito lunedì 6 giugno alle 21
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La difficoltà maggiore dei compiti delle vacanze è che sono tanti e con una scadenza molto a lungo termine. Bambini e ragazzi non riescono a vedere l’obiettivo. Aiutali a vedere la meta programmando le attività su un bel cartellone, così lo vedono.
FAI LA LISTA DELLA SPESA
La programmazione è fondamentale, soprattutto perché il tempo è tanto, ma questo momento non va caricato di stress. Va fatto subito, appena finita la scuola. E va fatto attraverso un cartellone che non sia il time table da ufficio, ma un qualcosa di allegro, colorato, fatto insieme ai bambini e magari con metafore: una strada da percorrere, un campo da calcio con le immagini dei calciatori preferiti, un palco da concerto del proprio cantante, un mondo mincraft o con emoticon.
LA GRATIFICAZIONE SERVE
Oltre a fare vedere la strada è fondamentale la gratificazione. Proprio perché non c’è quella immediata: la verifica, l’interrogazione, il voto. Per esempio: per ogni compito fatto guadagna un pezzo di puzzle e alla fine li avrà tutti per costruirlo, oppure ogni step arriva un gettone e alla fine con il gruzzolo andrai al concerto che volevi…L’assenza di gratificazione in un tempo così dilatato porta alla naturale procrastinazione del compito. Ricorda che difficilmente un’attività che comporta fatica è gratificante di per sé all’inizio.
NO ALLA NEGOZIAZIONE INFINITA
Nella pianificazione il bambino deve avere possibilità di scelta, ma non infinita. Ci sono 3 possibilità: vuoi farli la mattina, dopo pranzo o prima di cena? Questo significa programmare insieme. No alla negoziazione infinita
POCO PER VOLTA
Non tutto subito e non tutto alla fine. I compiti sono un allenamento, quindi hanno senso se sono diluiti nel tempo. Lascia 2 giorni a settimana in cui non si fa niente e permetti qualche sgarro (che poi si recupera). Servono alcune settimane completamente free, questo è fondamentale anche per i genitori. Io consiglio sempre che sia così anche l’ultima, prima di ricominciare
COMPI TIME
Quando si ha da fare un’attività strutturata servono momenti stabiliti (dopo pranzo, prima di cena…) e luoghi fissi (uno scaffale, un tavolo) che sia sempre quello. Il bambino non deve trovarsi nella situazione di chiedere dove può mettersi a fare i compiti
SONO UN ALLENAMENTO NON UNA PROVA DI BRAVURA
Se tuo figlio ha bisogno di un percorso di fisioterapia tu non andrai mai a farlo al posto suo giusto? Stessa cosa per i compiti. Sono un allenamento, deve farli da solo. E deve sbagliare. Puoi stare vicino facendo altre cose, in caso ti chieda un supporto, ma mai sostituirti a lui.
LA NOIA AIUTA
Non riempire tutti gli spazi delle vacanze con attività organizzate, anche se ricreative. Lascia uno spazio vuoto per la noia, possibilmente tutti i giorni. Questo stimola la curiosità (cerca di “occupare il tempo”) e aiuta anche i compiti. Il nostro apprendimento funziona anche attraverso momenti in cui si sta calmi e il nostro cervello rielabora. Tutte le cose che fanno i bambini di oggi sono legate alle prestazioni (situazioni in cui c’è da mettersi in competizione, da mostrare) e questo genera uno stress. Sono molto sottoposti a giudizio, anche nei compiti.
LE TABELLINE CON I SASSI DELLA SPIAGGIA
L’estate è il momento dell’apprendimento legato alla curiosità più che al dovere. E’ stato l’anno delle tabelline? Ripassale giocando con i sassi in spiaggia. Vai all’estero in vacanza? Sfidalo a chi riconosce più parole.
NON STARGLI SUL COLLO
Hai un figlio alle medie? Non stargli addosso. A questa età fare compiti delle vacanze non è un’attività particolarmente piacevole, ma avere la mamma sul collo è ancora più spiacevole. Sii di supporto, ma valorizza i compiti come cammino verso l’autonomia. Fai vedere i vantaggi (se finisci i compiti a settembre vai al concerto) e gli svantaggi (no punizioni, ma se devi recuperare i compiti a settembre, non avrai tempo di fare altro quelle settimane).
CONTEMPLA L’IPOTESI: I COMPITI NON SI FINISCONO
Tieni presente che lo scopo non è “finire i compiti”, ma consolidare certi apprendimenti. La conseguenza più naturale se non si fanno i compiti è: a settembre vai a scuola senza. Molto spesso i genitori però non contemplano questa ipotesi e i bambini e i ragazzi così non si responsabilizzano. Mamma e papà urlano e sgridano, ma preservano sempre i figli dalle conseguenze del loro “non fare”
DUE MOSSE PER NON STRESSARTI MAMMA
Primo sforzati di allargare la visione sulle priorità come genitore, così ti alleggerirai. Se potessi garantire a te e alla tua famiglia tre cosa sceglieresti? Questo aiuta a rimettere la scuola e i compiti al loro posto, che non è l’ultimo, ma neanche il primo. E se anche arrivasse a scuola senza aver fatto un compito? Cosa succederebbe? Niente. Può succedere, senza che tocchi le priorità delle persone. Altra mossa: delega. Se durante l’anno la complicata gestione dei compiti è toccata a te, allora vai in ferie. Ora se ne occupa il papà (o viceversa) o la zia o la nonna.
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