Anticipatari alle elementari: i pro e i contro

Come capire se è un bene iscrivere un bambino alla primaria a 5 anni? Il parere degli esperti


“Alla scuola dell’infanzia si annoia”, “è curioso”, “sa già leggere e scrivere”, “gli toglierei un anno di giochi”, “sarà sempre il più piccolo in classe” … Sono due sempre gli schieramenti, opposti, quando si parla di anticipatari a scuola. Ma cosa prevede la legge e cosa dicono gli esperti? Abbiamo chiesto aiuto a due esperti familyfriendly.

Abbiamo chiesto aiuto a Nathalie Besostri, presidente del centro di sostegno allo studio familyfriendly FormaMi  e a Elena Bignardi, School Principal, Head of Primary, Middle School di MILE School, scuola familyfriendly paritaria bilingue dal nido alle medie a Milano dove alla scuola dell’infanzia si preparano i bambini anticipatari.

ANTICIPO SCOLASTICO: COME FUNZIONA E CHI PUO’ FARE L’ISCRIZIONE ANTICIPATA A SCUOLA

Gli anticipatari sono i bambini che iniziano la scuola un anno prima. Si può fare grazie alla legge 53/2003, che ha stabilito che si possono iscrivere alla prima classe della scuola primaria i bambini che compiranno i 6 anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. È la famiglia che fa domanda, iscrivendo il figlio quando si aprono le iscrizioni per chi ha già i 6 anni. La domanda deve essere accolta dalla scuola, subordinatamente alla disponibilità dei posti e ai criteri di precedenza deliberati dal consiglio di istituto.
 

ANTICIPATARI ALLE ELEMENTARI: SI O NO?

Nathalie Besostri, presidente del centro di sostegno allo studio familyfriendly FormaMi 

  • Nella nostra esperienza la decisione di anticipare l’ingresso a scuola è dettata dall’avere a che fare con bimbi particolarmente brillanti, con capacità avanzate legate agli apprendimenti scolastici e che si annoiano alla scuola dell’infanzia. Capisco, ma non esiste solo la parte cognitiva, c’è anche quella emotiva. Esiste tutta la parte della regolazione del comportamento (come le ore seduti al banco) aldilà delle abilità di lettoscrittura e conto. La primaria richiede una maturità che un bambino di 5 anni non ha rispetto a uno di 6 anni. Già la richiesta scolastica è molto impegnativa per i bambini che passano da una vita di gioco ad una di regole e quando uno ha un anno di meno pesa, sul suo benessere sperimentato a scuola.
  • C’è poi la “perdita del vantaggio”. Il “primino” sarà sempre piccolo rispetto ai compagni e difficilmente sarà il più bravo (come era invece in una classe di pari), perché anche gli aspetti di attenzione, oltre che di maturità, sono diversi a quest’età, anche solo se si hanno 6 mesi di differenza.
  • Il funzionamento di chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento è diverso dalla norma e spesso sono persone anche più brillanti, che iniziano a leggere e far di conto presto, perché capiscono il funzionamento, ma manca la parte di automatizzazione. Abbiamo visto negli anni diversi casi di primini nei quali è emerso nel tempo DSA…Su questo bisogna fare attenzione
  • Lati positivi. Finisci a 18 anni, invece di 19. Hai quindi un anno in più per capire cosa vuoi fare da grande. Ma soprattutto anticipare è la scelta efficace se c’è sofferenza relazionale. Se per esempio tutti gli amici della scuola dell’infanzia sono più grandi e quindi usciranno per andare alla primaria, il bambino si ritroverebbe con i più piccoli, con cui non ha relazioni. In questo caso vedo un vantaggio relazionale ad anticipare

Elena Bignardi, School Principal, Head of Primary, Middle School di MILE School, scuola paritaria bilingue dal nido alle medie a Milano

  • Nella scuola anglosassone si comincia a 5 anni, ma l’ultimo anno della scuola dell’infanzia è dedicato ad un grande lavoro di prescrittuta pregrafismo e prelettura. I bambini vengono preparati (anche alla MILE School lo facciamo). Per anticipare bisogna preparare, non buttarli allo sbaraglio.
  • Nella scuola anglosassone tutti i bimbi iniziano a 5 anni, quindi il gruppo classe è omogeneo, sono tutti equiparati allo stesso livello. Nelle classi italiane gli anticipatari saranno sempre i più piccoli. E quindi per esempio sul finire della primaria gli anticipatari si troveranno con compagni già nella preadolescenza”, cioè in un periodo diverso dal loro.
  • L’anticipo non dovrebbe essere dettato solo dalla curiosità e dalla capacità di leggere e scrivere prima degli altri. Ci sono dei meccanismi fondamentali che dovrebbero essere guardati per decidere. Un bimbo deve essere autonomo nella gestione del materiale e del proprio spazio banco. Queste autonomie non sono così scontate a 5 anni. Ogni età ha un suo traguardo. Anticipare funziona se si tratta di un bimbo che aldilà di quello che sa fare didatticamente, è bimbo competente, curioso, cognitivamente attento e con una buona autonomia. E bisogna valutare anche i livelli di socializzazione del bimbo: avrà a che fare con bimbi più grandi
  • La motivazione della noia come ragione per anticipare? La gioia della noia bisognerebbe ricordarsela. Togliere un anno di scuola dell’infanzia non vuol dire solo togliere un anno di gioco. Mel gioco si sviluppa creatività, socialità e psicomotricità. Nella primaria stai più seduto, hai ritmi più complessi e vivi in una situazione meno libera.
  • La diagnosi DSA, salvo alcuni casi, non arriva prima della seconda elementare. I test sono standardizzati per bambini di quell’età. A volte anticipare vuol dire essere troppo piccoli per i test e quindi la diagnosi può arrivare dopo.
  • Aspetti positivi? Quello che vedo è il finire un anno prima le superiori…
  • Il consiglio è di parlare con gli insegnanti di classe del bambino della scuola dell’infanzia, sia per un parere sia per aiutarlo, in caso si decida di anticipare, ad acquisire le autonomie. È fondamentale anche chiedere supporto agli insegnanti della scuola primaria scelta, per avere una valutazione ancora più oggettiva del bambino e quindi fare una scelta più ponderata e personalizzata.

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Anticipatari alle elementari
Elementari: anticipatari si o no?


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