Adolescenti: il 40% soffre d’ansia, come aiutarli

Finisce l’anno dell’ansia a scuola. I consigli degli esperti e i centri che ti aiutano


Finisce l’anno scolastico che possiamo definire l’anno dell’ansia. Le indagini fatte dagli studenti nelle scuole hanno portato sempre allo stesso risultato: ansia, crisi di panico e stress. Ricordi i sondaggi dei licei classici Manzoni e Berchet e il linguistico La Manzoni? Clima competitivo, attacchi di panico, “stato di malessere” e “paura del futuro” raccontano le risposte dei questionari fatti girare tra gli studenti. Il 40% degli adolescenti soffre d'ansia (progetto With You realizzato da Unicef Italia insieme al Policlinico Gemelli)Cosa sta succedendo? Come possono sostenerli noi genitori in vista degli esami e del prossimo anno scolastico? Abbiamo chiesto aiuto ai nostri familyfriendly: le psicologhe di Atelier Psi e i tutor di MatemUpper.

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IL 40% DEGLI ADOLESCENTI ITALIANI SOFFRE DI DISTURBI D’ANSIA: I MOTIVI, COSA FARE E QUANDO ALLARMARSI

Gli studenti di oggi soffrono di ansia più di un tempo?

ATELIER PSI: Le ultime ricerche rivelano che il 40% degli adolescenti italiani soffre di disturbi d’ansia. Gli adolescenti di oggi sono più fragili rispetto al passato, un forte malessere, però, era già presente prima del COVID a causa delle alte aspettative e la pressione per avere successo.  Le varie chiusure e costrizioni imposte dalla pandemia, la didattica a distanza, l’isolamento dai pari in una fase di vita che fisiologicamente è apertura al mondo, curiosità, desiderio, incontri, condivisione di esperienze con il gruppo dei pari, hanno fatto sì che aumentasse il malessere dei giovani. Sono numerosi i casi di ritiro sociale e di ragazzi che hanno difficoltà a gestire le relazioni: evitano di uscire all’aperto chiudendosi nella loro cameretta e rifugiandosi nei videogiochi, evitano il contatto e i rapporti con gli altri perché non si sentono a loro agio, temono il giudizio e di essere rifiutati, non riescono a presentarsi a scuola quando c’è la verifica o l’interrogazione, non tollerano di prendere un voto basso.

MATEMUPPER: Nell’ultimo anno, a seguito dei precedenti anni di chiusure e quindi di DAD, abbiamo riscontrato negli studenti un aumento di episodi di stress e ansia legati all'ambito scolastico. Questo si traduce per lo più in difficoltà nello svolgimento delle verifiche e nel gestire tutti gli impegni a scuola, ma abbiamo anche riscontrato alcune situazioni di disagio nello stare fisicamente a scuola. 

Perché c’è ansia tra i ragazzi?

ATELIER PSI: Oltre all’isolamento del periodo Covid contribuisce anche l’uso dei social, la sensazione di tanti adolescenti che il mondo sia un posto insicuro e minaccioso hanno contribuito all’aumento dei disturbi d’ansia e di depressione. Stare sempre connessi porta ad una disconnessione dalle emozioni, interagire con gli altri senza vederli e ascoltarli in presenza rende difficile il processo di costruzione della personalità. È infatti nel confronto diretto con i coetanei e con la scuola che i ragazzi imparano ad autoregolare le proprie emozioni.

MATEMUPPER: Sul lato scuola abbiamo notato che, in alcuni casi, ci sono stati dei cambiamenti nell'organizzazione delle verifiche scritte e orali. Abbiamo osservato, infatti, che alcuni studenti hanno molte più verifiche rispetto a qualche anno fa e spesso, soprattutto nelle materie scientifiche, sono solo verifiche scritte. Ci sono anche casi di disorganizzazione dovuti al recupero di nozioni e argomenti non trattati negli anni precedenti, o non assimilati correttamente dagli studenti. Tutto ciò ha portato, secondo noi, ad una diminuzione della serenità e della fiducia in se stessi degli studenti, essendo costantemente sotto esame o non preparati adeguatamente. Sul lato studenti/genitori, invece, abbiamo notato spesso un clima di sfiducia nei confronti della scuola che li porta poi a giustificare, a volte con un po' troppa leggerezza, un eventuale andamento negativo dei voti. 

Cosa devono fare i genitori con i figli ansiosi?

ATELIER PSI: È fondamentale la funzione dei genitori a partire dai primi anni di vita, adolescenti non ansiosi si sviluppano fin da piccoli: incoraggiando all’autonomia, non acconsentendo a qualsiasi richiesta perché imparino a gestire la frustrazione, aiutandoli a regolare le emozioni positive e negative per non farsene sopraffare, imparando ad ascoltarli e rispettarli. Durante l’adolescenza dovranno differenziarsi dai genitori per trovare se stessi. Per prevenire il disagio occorre coltivare, sin dall’infanzia, le relazioni con gli amici e con i familiari.

Quali sono i segnali da non sottovalutare e che devono allarmare?

ATELIER PSI: Quando l’ansia compromette la vita quotidiana sono presenti: le alterazioni del sonno e dell’alimentazione (i ragazzi dormono poco, troppo oppure senza orari, mangiano male o quando capita); la stanchezza o, al contrario, l’irrequietezza; la mancanza di concentrazione; esprimere troppo spesso preoccupazioni eccessive; disturbi psicosomatici (mal di testa, mal di pancia); frequenza scolastica irregolare e evitamento di situazioni sociali o con i pari. In questi casi occorre chiedere una valutazione a uno psicologo o a un neuropsichiatra perché bisogna capire se l’ansia sia la punta di un iceberg o il sintomo di qualcos'altro. È fondamentale intervenire nel modo giusto e al momento giusto.

 

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