Salute mentale: come aiutare i genitori

Serve una formazione dedicata per leggere e riconoscere il disagio dei figli


In collaborazione con

Santagostino

La pressione sui genitori in questi due anni di pandemia è stata tale da spingere il prestigioso New York Times a creare una scream line, linea dello sfogo in italiano, per le mamme: clicchi su un numero telefonico e registri il tuo messaggio che può essere un semplice "non ce la faccio piùùùùù" o una più articolata richiesta di supporto pratico e psicologico.

Cosa ci sta succedendo? E, soprattutto, cosa serve per portare un aiuto concreto e immediato alle famiglie? Radiomamma e Santagostino, cui arrivano continue richieste di aiuto da parte dei genitori, hanno cercato di scoprirlo con questo approfondimento in quattro puntate sull'emergenza salute mentale per le famiglie.

In questa quarta puntata:

  • LE DIFFICOLTA' DEI GENITORI
  • LE PROPOSTE CONCRETE DEGLI ESPERTI PER AIUTARE MADRI E PADRI

 

GENITORI SOTTO STRESS INCAPACI DI LEGGERE IL DISAGIO DEI FIGLI ADOLESCENTI

"I genitori più in difficoltà sono quelli con figli che all'inizio della pandemia avevano tra i 12 e 15 anni e che hanno vissuto l'inizio dell'adolescenza senza socialità", spiega Stefano Porcelli, psichiatra, psicoterapeuta e responsabile dell'area psichiatrica-psicologica-neuropsicologica del Santagostino centro che registra un aumento di sos per gli adolescenti tra il 60 e il 100%. "Alcuni di questi ragazzi hanno accumulato grande rabbia, che oggi sfocia nelle risse. Altri si sono isolati sempre di più, con un ricorso massiccio a Internet che i genitori, ugualmente isolati e costretti a usare la tecnologia per lavorare e comunicare, non hanno problematicizzato"Secondo Porcelli la difficoltà di madri e padri nel leggere i bisogni dei figli non è una novità, "Ma il fenomeno si è acutizzato durante la pandemia perché i genitori, per primi, si sono trovati in difficoltà e costretti a gestire problematicità serie legate alla salute e al lavoro che lasciano pochissimo tempo ed energie per occuparsi del disagio dei figli".

Daniele Novara, pedagogista direttore del Centro PsicoPedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti (CPP), denuncia il peso che i genitori hanno dovuto sopportare durante la pandemia: "Tutto il sistema delle restrizioni si è basato sulla disponibilità di padri e madri a lavorare da casa gestendo i figli, senza reali strumenti di aiuto economico per le famiglie col risultato che oggi dobbiamo fare i conti con un calo del 7% dell'occupazione femminile. Non c'è da stupirsi che oggi, anche per l'immedesimazione che hanno con i figli, la fragilità dei genitori esploda". 

Cosa è necessario fare per aiutare le famiglie?

 

EMERGENZA SALUTE MENTALE FAMIGLIE: SERVE UNA FORMAZIONE POST PANDEMIA DEDICATA AI GENITORI

"Bisogna insegnare ai genitori a leggere e a riconoscere i primi segnali di disagio dei figli e a parlare con i ragazzi", suggerisce Porcelli. Aggiungendo: "Dobbiamo lavorare sullo stigma ancora associato al chiedere aiuto perché la difficoltà a mettersi in gioco dei genitori ritarda la richiesta di sostegno con un impatto negativo sui ragazzi". 

"Oltre a riportare bambini e ragazzi alla normalità, alla scuola in presenza e alla socialità", spiega Novara, "Bisogna rafforzare i genitori sull'educazione dei figli. Devono imparare a riconoscere le varie fasi educative, come comportarsi con un bambino o con un adolescente, come leggere i loro comportamenti. Serve un bonus pedagogico per i genitori che funzioni come il bonus cultura: devono poter acquisire competenze su come aiutare i figli". 

 

Per leggere le altre puntate dell'approfondimento sull'emergenza salute mentale nelle famiglie clicca qui:


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