Partita Iva: istruzioni per mamme e papà liberi professionisti     

Come si apre, cosa ti serve per gestirla. Tutti i consigli di Caf Acli Milano


L’emergenza Covid ti sta portando a reinventarti sul lavoro? Ti spinge a cambiamenti? Darsi alla libera professione significa aprire una partita Iva. Allora abbiamo chiesto aiuto al familyfriendly Caf Acli Milano. Carlo Villa, referente area contabile, ci ha spiegato come muoversi

PARTITA IVA: COME SI APRE, COME SI SCEGLIE IL REGIME, COSA DEVI FARE PER GESTIRLA

Come si apre la partita Iva?

Per l’attività professionale basta la comunicazione all’Agenzia delle Entrate e in 24 ore si riceve il numero di partita Iva. Servono Codice fiscale e Carta d’identità. 

Esiste una sola partita Iva, ma diversi regimi contabili?

Ci sono due regimi: forfettario e ordinario. Serve una valutazione per decidere qual è il regime che conviene maggiormente. Per rientrare nel regime forfetario bisogna rispettare diversi requisiti base tra cui non avere un reddito da lavoro dipendente o pensione superiore a 30 mila euro nell’anno precedente e comunque è sempre bene confrontarsi con un consulente per esaminare il singolo caso.Per continuare ad usufruire delle agevolazioni legate a questo regime non bisogna superare i 65 mila euro di compensi professionali l’anno tra fatture sia emesse che incassate.

Per il libero professionista che differenza c’è tra i due regimi?

Le spese di gestione contabile sono diverse (per quella forfettaria sono più basse perché c’è una gestione meno continua del professionista che ti segue). E c’è una differenza in termini di imposta. Per la forfettaria c’è un’imposta sostitutiva che può essere del 5 o del 15%, per l’ordinaria il reddito è assoggettato all’Irpef e la prima aliquota è il 23%. Nel forfettario non c’è l’Iva. Il forfettario al 5% è per le start up, dura 5 anni, è per chi non ha avuto la partita Iva nei 3 anni precedenti e non ci sono limiti di età per aderire. Per decidere quale partita Iva aprire serve una valutazione del caso del singolo lavoratore. Ci sono situazioni in cui non si può usare il regime forfettario (per esempio se si ha avuto la partita Iva nell’anno precedente e si sono superati i 65mila euro). Esistono casi in cui è più conveniente aderire al regime ordinario perché in forfettario si perdono alcune cose come le detrazioni per le spese sanitarie e le spese per i figli. Serve una valutazione del singolo caso da parte di un consulente

Una volta aperta la partita Iva cosa si deve fare?

Si devono fare le fatture e condividerle con il proprio commercialista o consulente. Unico obbligo in regime forfettario è emettere fattura e conservarle e una volta l’anno fare la dichiarazione dei redditi. Durante l’anno non si hanno adempimenti. Se si ha invece il regime ordinario ci sono gli adempimenti legati all’iva. Quindi ogni 3 mesi c’è la liquidazione trimestrale dell’Iva. Il consulente comunque serve per i mille dubbi che sempre si hanno.

Una volta scelto un professionista si può cambiare?

Il professionista si può cambiare, ognuno ha un tempo di preavviso diverso. Per questo è sempre meglio firmare un contratto di gestione col proprio consulente

Le partite Iva scaricano qualunque spesa?

Nel regime forfettario non si scarica nulla. Le spese inerenti all’attività professionali non sono deducibili, perché in base al tipo attività che svolgi l’Agenzia delle Entrate riconosce già a monte una riduzione forfettaria dei costi. Nel regime ordinario, invece, per dedurre le spese inerenti all’attività professionale, si deve sempre richiedere la fattura.

Si può chiudere la partita Iva?

Si può chiudere in un qualunque momento. Basta fare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate di “cessazione attività”. Servono solo Codice fiscale, Carta di identità e certificato di attribuzione della partita iva e in 24 ore la partita Iva è cancellata. E' importante ricordare che anche se non hai avuto reddito derivante dall’attività professionale, fino a che la partita Iva è aperta, sei obbligato a fare la dichiarazione dei redditi

 

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Partita Iva e genitori
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