Minori a Milano aumentano le fragilità: povertà educativa, dispersione scolastica e alunni con disabilità in crescita

Nella giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza la denuncia del CIAI e i dati su Milano e Lombardia per il 20 novembre

 


Crescono a Milano povertà educativa ed economica, denatalità, disagio psicologico, violenza di genere e difficoltà per gli studenti con disabilità. È la situazione dei minori a Milano e in Lombardia secondo i dati che Radiomamma ha raccolto, alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Tutte le fragilità, a partire dalla povertà educativa, si sono aggravate dal 2020, con la pandemia. Le difficoltà delle famiglie sono sempre riconducibili alla povertà economica e quindi serve un sostegno a 360 gradi per tutelare anche i minori. Quello che constatiamo a Milano è una bassa mobilità educativa. I bambini e ragazzi che vengono da un contesto familiare con un livello di istruzione e socioeconomico basso difficilmente riescono a migliorare la propria situazione e restano nella povertà educativa con il grosso rischio della dispersione scolastica”, spiega Chiara Fraschini, coordinatrice dei progetti educativi CIAI a Milano

GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI: LE CRITICITA’ DEI MINORI A MILANO E IN LOMBARDIA E COSA PUOI FARE

  • Povertà educativa
  • Dispersione scolastica
  • Disabilità
  • Disagio psicologico
  • Denatalità
  • Povertà economica
  • Violenza di genere
  • Come puoi attivarti

POVERTA’ EDUCATIVA: 7 MINORI SU 10 IN ITALIA NON HANNO MAI VISITATO UNA BIBLIOTECA, A MILANO POLARIZZAZIONE TRA CHI PUO' E CHI RESTA ESCLUSO

In Italia oltre 7 minori su 10 (il 70,5%) tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca. Il 39,2% non ha mai svolto attività sportiva e il 16,8% (tra i 6 e i 19 anni) non ha avuto accesso a spettacoli ed eventi culturali (cinema, teatri, musei). I dati Istat 2023 fotografano così la povertà educativa nel nostro Paese. “La Lombardia e Milano (per cui non ci sono dati precisi) non sono esenti. E Milano è una città dove si nota la polarizzazione tra chi ha accesso e chi non ha accesso alle opportunità educative”, spiega Chiara Fraschini. Il Ciai lavora a Milano in due presidi (Istituto Sottocorno e Istituto Palmieri) per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Dentro alle scuole, con i bambini e i ragazzi di quarta e quinta elementare e medie, il CIAI punta sul benessere e sulla prevenzione attivando spazi con attività di sostegno allo studio e laboratoriali (quest’anno, per esempio, c’è un progetto sull’educazione alimentare e sulla capoeira).

DISPERSIONE SCOLASTICA: CRESCE IN MODO INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL COSTO DELLE CASE. IN ALCUNE ZONE SI ARRIVA AL 24%

La dispersione scolastica a Milano cresce in maniera inversamente proporzionale rispetto al costo delle case. Nelle zone dove il valore al metro quadrato è più bassola dispersione tocca i livelli più alti. Il dato medio lombardo, pari al 2,2 per cento, può far credere che la regione sia praticamente esente dal problema. In realtà, guardando le aree metropolitane, il quadro cambia. A Milano, ad esempio, la media è del 7,3 per cento, non tanto lontana da quella nazionale (8,7 per cento). Vi sono zone in cui uno studente su tre ha almeno una bocciatura alle spalle e si tratta delle aree dove è più alta la presenza di studenti italiani di seconda generazione. (ricerca commissionata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Miur). La città è stata divisa in quattro zone, in base al valore medio degli immobili al metro quadrato. Nelle aree in cui il valore è attorno o superiore ai 5 mila euro al metro quadro, la dispersione ha percentuali residuali: si va dallo 0,2 a un massimo di 4,1 per cento. Nella zona in cui il valore scende a 3.800 euro al metro quadro, si parte dall’11,4 per cento per arrivare a picchi del 24 per cento.

ALUNNI CON DISABILITA’ E BISOGNI DI ASSISTENZA: OLTRE IL 5% A MILANO E IN LOMBARDIA. OLTRE IL 37,3% DELLE SCUOLE A MILANO E IN LOMBARDIA HA BARRIERE FISICHE E IL 40,5% DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO NON HA UNA FORMAZIONE SPECIFICA PER IL SOSTEGNO

Nell’anno scolastico 2023-2024 sono il 4,9% del totale in Lombardia. Pavia, Milano, Mantova, Cremona hanno percentuali sopra il 5%, mentre restano sotto il 4% solo Brescia e Sondrio. Rispetto agli anni passati, si vede un aumento costante: nel 2021/2022, gli studenti con disabilità erano il 3,9% del totale, nel 2022/23 il 4,41%. Il problema più frequente è la disabilità intellettiva; frequenti anche i disturbi dell’apprendimento e quelli dell’attenzione, ciascuno dei quali riguarda quasi un quinto degli alunni con disabilità, entrambi sono più diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado. DATI Ufficio scolastico regionale

In Lombardia, il 40,5% degli insegnanti di sostegno è selezionato dalle liste curricolari (45,7% alle medie), ovvero tra docenti che non hanno una formazione specifica per il sostegno ma che vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. Un fenomeno che è più frequente nelle regioni del Nord: basti pensare che la media nazionale è del 29,6%. A questa carenza si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione: a un mese dall’inizio della scuola, infatti, oltre il 16% degli insegnanti per il sostegno non risulta ancora assegnato (il 12% in Italia), con punte più alte nelle scuole dell’infanzia e alle primarie.

Accessibilità scuole: in Lombardia il 37,3% delle scuole (statali e non) conferma di avere barriere fisiche. Una percentuale, va detto, che è inferiore alla media nazionale (42%) e anche a quella delle altre regioni del Nord (40,6%), ma resta un numero ancora molto alto, a cui va aggiunto l’83,9% di scuole con barriere sensoriali per ciechi e ipovedenti (81,1% la media nazionale) ed il 66,4% di istituti con barriere per sordi e ipoacusici. L’altro grande tema è la formazione dei docenti di sostegno. (Report dell’Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità).
Per aiutarti scarica la guida di Radiomamma alla fragilità scolastica clicca qui

 

DISAGIO PSICOLOGICO: 5 CASI AL GIORNO NEGLI OSPEDALI MILANESI. IN ITALIA 1 RAGAZZO SU 5 HA CRISI D’ANSIA

Ansia, autolesionismo, disturbi alimentari, disturbo ossessivo compulsivo, violenza, insonnia, chiusura in se stessi. Negli ospedali di Milano si è passati nel 2023/24 da un caso a settimana del pre-Covid a 5 casi al giorno di oggi.   Nel mondo (secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni) 1 individuo su 7 tra i 10 e i 19 anni soffre di disturbi mentali. In Europa, ben 9 milioni di adolescenti sono alle prese con problemi di salute mentale, segnati principalmente da depressione, ansia e disturbi comportamentali. In Italia dall’ultima indagine di Telefono azzurro 1 ragazzo su 5 si sente in ansia, e per 1 su 3 chiedere aiuto ad un esperto di salute mentale è motivo di vergogna.

DENATALITÀ: MILANO SEMPRE PIU’ UNA CITTA’ DI ADULTI E ANZIANI E DI SINGLE

Milano è una delle principali città dei single. Il 56,7% dei nuclei familiari a Milano è composto da una sola persona. L’età media dei residenti è di 48,5 anni. Numeri dell’Anagrafe di Milano. Milano ha raggiunto 1.417.600 residenti, ma la città affronta un problema di denatalità con un numero di decessi superiore del 60% rispetto alle nascite. e nel 2023 Curiosità: a circa 2mila (su 9.400 nuovi nati nel 2023) è stato assegnato sia il cognome paterno che quello materno.

POVERTA’: IN ITALIA 1MILIONE 295 MILA BAMBINI SONO IN POVERTA’. A MILANO E IN LOMBARDIA 1 FAMIGLIA SU 4 DI CHI SI RIVOLGE AI CENTRI CARITAS HA FIGLI UNDER18

In Italia oltre 1 milione di minori è in una situazione di povertà e quasi 200mila bambini tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare. Sono i dati della XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio di Save the Children. Il rapporto evidenzia come la povertà colpisca i più piccoli, con il 13,4% dei bimbi fino a 3 anni in povertà assoluta.

Stessa fotografia arriva dal Rapporto povertà 2024 Caritas: l’incidenza della povertà assoluta tra i minori oggi è ai massimi storici, pari al 13,8%: si tratta del valore più alto della serie ricostruita da Istat (era 13,4% nel 2022) e di tutte le altre fasce d’età. Lo svantaggio dei minori è da intendersi ormai come endemico nel nostro Paese visto che da oltre un decennio la povertà tende ad aumentare proprio al diminuire dell’età: più si è giovani e più è probabile che si sperimentino dunque condizioni di bisogno. Complessivamente si contano 1milione 295mila bambini poveri: quasi un indigente su quattro è dunque un minore. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono qua si 748mila, e rappresentano il 34% di tutte le famiglie in povertà assoluta. L’incidenza della povertà tra le famiglie italiane con minori si attesta all’8,2%, mentre arriva al 41,4% per le famiglie composte unicamente da stranieri (quasi una famiglia su due). Preoccupa poi il dato sull’intensità della povertà: i nuclei dove sono presenti bambini appaiono i più poveri dei poveri avendo livelli di spesa molto inferiori alla soglia di povertà. I valori massimi si registrano per i minori tra i 4 e i 6 anni (14,8%) e tra i 7 e i 13 (14,5%), ma sono più alti della media della popolazione anche nella fascia 0-3 anni (13,4%) e in quella tra i 14 e i 17 anni (12,7%).   

A Milano e in Lombardia? Secondo uno studio della Fondazione Arca il 60% delle persone che fa la spesa nei mercati solidali della fondazione a Milano vive con i figli minori. La solitudine è quello che emerge con più forza. Il 54% racconta che gli amici di famiglia sono spariti e il 34% dice di evitare la socialità per imbarazzo. Povertà che si concretizza in rinunce che penalizzano bambini e ragazzi: il 37% non può permettersi doposcuola e sostegno allo studio con aumento del rischio bocciatura e dispersione. Il 38% non può iscrivere i figli ad attività sportive e il 20% non può comprare i libri scolastici. Ovviamente niente vacanze, ma anche cure mediche come il dentista.  Secondo il rapporto Caritas su Milano e Lombardia quasi 1 nucleo su 4, tra quelli che si rivolgono ai centri d’ascolto hanno al loro interno figli under 18, che sono in media 2,01.

VIOLENZA DI GENERE: VITTIME MINORENNI IN AUMENTO DEL 46%

Violenza sulle donne, aumentano le vittime minorenni a Milano. Nel 2024 le misure cautelari per reati di genere emesse dal gip di Milano sono cresciute del 64%, (dati Tribunale di Milano). Per quanto riguarda l’età degli imputati, il 58,2% dei condannati rientra nella fascia tra i 18 e i 41 anni. Tra le persone offese, in crescita del 17% fino a un totale di 1.132, prevalgono le donne italiane (812), soprattutto nella fascia di età 26-35 anni, seguita dalla fascia 36-45 anni. Le donne giovani, tra i 18 e i 25 anni, sono 130, pari all’11,5% del totale. Inoltre, le vittime minorenni sono 325, con un incremento del 46% rispetto all’anno precedente.

 

Come agire? Come attivarsi?

 

 

Pic by Alexander Grey on Pexels

 


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Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza 2024
Le emergenze dell'infanzia e dell'adolescenza a Milano

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