Coronavirus: come parlarne a bambini e ragazzi

Scienza, ascolto delle emozioni, no alla cronaca minuto per minuto e fai in modo che si fidino di te. I consigli ai genitori della psicologa Sara Sainaghi


I bambini chiedono, hanno paura. I ragazzi guardano i social, chattano con gli amici e sono spaventati. Come fare? “Bisogna parlarne, ascoltare le loro paure, non sminuire e affidarsi alla scienza. I tuoi figli devono fidarsi di te.” Così va affrontato il tema coronavirus con i bambini e i ragazzi secondo la psicologa familyfriendly Sara Sainaghi.

CORONAVIRUS: DAI 5-6 ANNI PARLA CON I TUOI FIGLI AFFIDANDOTI ALLA SCIENZA, NON SMINUIRE LE LORO PAURE E MANTIENI LA CALMA

Come va affrontato il tema con i bambini piccoli?

Fino ai 4/5 anni non si fanno troppe domande e quindi non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Noi spesso pensiamo: “sono a casa da scuola per una settimana devo dargli una motivazione”. Ma la motivazione con i piccoli può essere: “la scuola è chiusa, perché tante persone hanno l’influenza e non si vuole che tutti la prendano”. Basta questo. No ai dettagli, no alle spiegazioni che non potrebbero comprendere e quindi diventerebbero solo causa di paura.

Con i bambini più grandi come parlo de coronavirus?

Dai 5/6 anni è necessario parlarne. Innanzitutto, evita che i bambini siano esposti ai media in modo autonomo: telegiornali, radio, internet. Non hanno la capacità di filtrare, fino agli 8 anni. Parla con loro, non raccontando bugie, ma cercando le parole giuste e mai andando oltre quanto è richiesto. I tanti dettagli e la cronaca minuto per minuto non rassicurano i bambini, anzi. Segui le loro richieste e le parole giuste dipendono da quello che ci chiedono e da come sono. In generale affidati alla scienza. I dati possono aiutarti a rassicurarli, a spiegare che è una “influenza nuova”, che la medicina sta affrontando e che ammalarsi non significa non poter guarire.

I ragazzi dalle medie in poi hanno accesso più indipendente ai mezzi di comunicazione, social soprattutto e chat di gruppo, come aiutarli?

I grandi si “fanno una propria idea”, perché si informano in modo autonomo. Ecco, non vanno lasciati soli su questo, come sempre nell’uso dei social. Parla con loro di quello che hanno letto, di quello che hai visto tu. Sempre affidandoti alla scienza. E riportali sempre alle fonti autorevoli. Leggi con loro le ordinanze delle autorità, i consigli ministeriali, i dati dell’OMS. Con i liceali puoi fare ricorso anche alla storia, alle grandi epidemie del passato, per fare vedere che il mondo va avanti e che oggi, a differenza del passato, la medicina è molto più avanzata

Come aiutiamo i bambini e i ragazzi a gestire la paura?

Parla e affidati alla scienza (i dati ufficiali sono dalla nostra parte) innanzitutto. Poi mantieni la calma: se i figli vendono i genitori preoccupati e sempre con un occhio ai nuovi aggiornamenti si preoccupano ancora di più. Se vedono mamma e papà che fanno scorte alimentari, si immaginano la fine del mondo. Pensa sempre che ti osservano, oltre ad ascoltarti. Non sminuire, ma non riempirli di dettagli e di informazioni. Dai le spiegazioni fondamentali e sempre in base alle loro richieste. Accogli le loro emozioni, lasciali parlare e seguili nei loro ragionamenti e nei loro sentimenti e spingili a esternare le preoccupazioni. Ma non farlo diventare l’argomento unico in casa.

Il coronavirus ci porta a parlare di morte con i figli, come farlo?

Il coronavirus può essere un modo per parlare del tema morte in famiglia, se ancora non si è affrontato. È una questione difficile per i genitori di solito, ma va fatto. In modo semplice: ci sono malattie per cui è possibile morire. Ma dai sempre l’altro sguardo sul tema, spiegando che il coronavirus è una malattia nuova, che esiste da poco al mondo e che la medicina sta studiando e troverà il modo di affrontarla. Rassicurali, dati alla mano, che gli scienziati dicono che sta colpendo soprattutto gli anziani e le persone che hanno già altre malattie. E se allora la paura diventa: “ma quindi i nonni moriranno?”. Allora riportali al qui ed ora: “oggi i nonni stanno bene, quindi non preoccupiamoci oggi di questo. E se staranno male li cureremo, come è successo quella volta che il nonno aveva mal di pancia, ricordi?”. Non ha senso allarmare i bambini prima del tempo.

In queste settimane ci sono virus stagionali in giro e molti bambini sono a letto con la febbre. Questo li spaventa molto. Come li rassicuriamo?

Parti dal dire che è molto più probabile che la febbre sia la stessa avuta un mese da fa dall’amico, è influenza. Sostienili e non chiedere in continuo come stanno e cosa si sentono. Stai calmo tu genitore. Ma rassicurali che anche fosse coronavirus, non c’è da preoccuparsi, perché la scienza e la medicina ci sono. Non deridere o sminuire le loro paura, fatti raccontare perché sono spaventati e accogli le emozioni, rassicurandoli (“guarirai come le altre volte”). E per i più grandi può essere prezioso proporre di parlare insieme al dottore, in modo che non pensino di essere tenuti all’oscuro di qualcosa. I figli devono fidarsi dei genitori, soprattutto in un momento di paura

 


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Come parlare del coronavirus ai figli secondo la psicologa Sara Sainaghi

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