Ansia da secondo quadrimestre: tre consigli per genitori e studenti per il dopo pagella
Pagella arrivata e ora? Ansia da secondo quadrimestre in agguato, ancor più per gli studenti che hanno l’esame di terza media o di maturità a giugno. Come fare? Come mamme e papà possono aiutare i ragazzi? Abbiamo chiesto aiuto a tre esperti: Eleonora Mocenni(consulente di pratiche filosofiche); Sara Sainaghi (psicologa e psicoterapeuta familyfriendly) e Nathalie Besostri (presidente e insegnante del centro di supporto allo studio familyfriendly Forma-Mi)
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COME AFFRONTARE IL SECONDO QUADRIMESTRE A SCUOLA DOPO LA PAGELLA: I CONSIGLI A STUDENTI E GENITORI
ELEONORA MOCENNI (consulente di pratiche filosofiche): PENSIAMO AL PRIMO QUADRIMESTRE COME AL PRIMO SET DI UNA PARTITA ANCORA TUTTA DA GIOCARE. E RICORDIAMOCI CHE NESSUN CAMPIONE VINCE DA SOLO, SERVE UN TEAM
Il problema non è la pagella, ma i numeri. Ridurre tutto a un voto (4, 5, 8) è frustrante e semplificatorio. Per questo è fondamentale cambiare prospettiva. Interroghiamo la pagella, facendo domande che stimolino l’autovalutazione: Quale materia ti ha dato soddisfazione? Dove pensi di poter migliorare? Come valuteresti il tuo impegno? Trasformiamo la pagella in un’esperienza visiva. Sostituiamo i numeri con immagini o colori: un 5 in matematica può essere grigio (un po’ di nebbia da diradare), un 8 in italiano può essere giallo (luce e chiarezza). Questo approccio rende il giudizio meno rigido e più motivante, mostrando che tutto può cambiare con il lavoro e l’impegno. La creatività aiuta a ossigenare il dialogo e a trasmettere che la pagella è solo una tappa del percorso. Pensiamo al primo quadrimestre come al primo set in una partita ancora tutta da giocare. Nessun campione, neanche Sinner, vince senza il supporto del proprio team: noi genitori siamo il loro team. Dopo la pagella, serve un bilancio e una road map condivisa: Quali sono i passi da fare? Quali strategie adottare? Scriviamo obiettivi chiari e verifichiamo i progressi insieme. Accettiamo che cadute e difficoltà fanno parte del percorso: con impegno, allenamento e il sostegno della famiglia, ogni sfida può essere superata. Così l’ansia si riduce e cresce la motivazione.
SARA SAINAGHI (psicologa e psicoterapeuta familyfriendly): DALLA PAGELLA IMPARIAMO E INSEGNIAMO AI NOSTRI FIGLI A NON FARE GLI STRUZZI, AD ORGANIZZARE LO STUDIO E AD AVERE IL CORAGGIO DI CHIEDERE AIUTO
L’arrivo della pagella può generare ansia nei ragazzi che sanno di non essersi impegnati a fondo. Spesso adottano un atteggiamento passivo, sperando in un miracolo che non arriva, e si trovano a fare i conti con i brutti voti solo al momento della valutazione. Insegniamo loro che dai voti non si scappa: ogni azione ha una conseguenza. Riflettiamo insieme sul perché di un brutto voto ("Non ho capito? Non ho studiato abbastanza?") aiutandolo così a migliorare e ad affrontare il problema con maggiore consapevolezza. Evitiamo atteggiamenti giudicanti e puntiamo invece sulla riflessione: cosa si può fare diversamente? Aiutiamolo a identificare le difficoltà e a organizzare lo studio, creando un piano settimanale che bilanci scuola, attività extra e momenti piacevoli. Questo li aiuta a gestire meglio il tempo e a ridurre l’ansia. E incoraggiamoli a riconoscere eventuali difficoltà e a chiedere supporto, senza vergogna: che sia a compagni, genitori o esperti. Affrontare il problema con consapevolezza e volontà di cambiare è il primo passo per superare le difficoltà e crescere.
NATHALIE BESOSTRI (presidente e insegnante del centro di supporto allo studio familyfriendly Forma-Mi): LA PAGELLA NON È UN GIUDIZIO SU QUANTO SI VALE. USIAMOLA PER COSTRUIRE, NON PER CRITICARE.
Ricordiamoci sempre, come genitori e come ragazzi, che i voti non sono una traduzione di quanto valiamo come persone. E neppure della relazione tra uno studente e una specifica materia. Stiamo parlando di persone in formazione per cui non ha senso, ed è controproducente, parlare di fallimenti. La pagella è la fotografia di un momento, la valutazione di una preparazione ad oggi. Voti come 3 o 5 vanno letti facendosi questa domanda - "a che distanza sono da una preparazione giudicata accettabile?" - più che come “faccio schifo”. I voti sono sul registro, sono già noti già prima della pagella. Proviamo dunque a considerarla come un semplice documento che la scuola redige, senza sovraccaricarla di emozioni, e a capire che indicazioni ci dà. La pagella ci parla. Nel caso di bambini delle elementari, non è utile leggerla insieme ai figli. Il voto rischia di servire solo a innescare frustrazioni. L’indicazione in questo caso è tutta per i genitori: devo seguire o aiutare il mio bambino nei compiti? Nel caso di ragazzi delle medie e delle superiori, la pagella può stimolare diverse riflessioni. Un’ analisi sui mesi trascorsi, per capire insieme se c’è stata mancanza di impegno, di applicazione o se magari c’è una condizione da analizzare. E uno sguardo verso il futuro, focalizzati sui mesi che mancano: se a gennaio ho tante insufficienze, quali sono le materie che più facilmente potrei riuscire a portare al 6? Se fossi rimandato, quali materie potrebbe essere meglio studiare in estate per concentrarmi solo su quelle? Da queste domande che aiutano a guardarsi dentro nasce una nuova motivazione e, cosa ancora più importante, un piano d’azione.
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