Pensione: cosa conviene fare ai giovani
Giovani e pensione: quando pensarci? Presto, dicono gli esperti. E invece i dati dimostrano il contrario. Gli iscritti alla previdenza complementare sono 8milioni e 263 mila, solo il 17% ha meno di 35 anni e il 2,2% ha meno di 19 anni. La relazione della COVIP, l’autority di vigilanza dei fondi pensione parla chiaro. Ma gli esperti dicono che proprio i giovani che vivono carriere intermittenti e entrano tardi nel mondo del lavoro, dovrebbero pensarci. Si parla di dote pensione: nonni e genitori che "iscrivono" il bimbo a un fondo pensione quando nasce e lo sostengono con i versamenti fino all'entrata nel mondo del lavoro. Ma cosa è e come funziona la previdenza complementare? Ci aiutano gli esperti del familyfriendly CAF ACLI Milano, la rete che supporta, in tutta Milano e hinterland, le famiglie per tutte le esigenze fiscali.
PENSIONE COMPLEMENTARE: COME FUNZIONANO E QUANDO CONVENGONO I FONDI PENSIONE
Che cos’è la previdenza complementare?
La previdenza complementare è una forma di previdenza che si aggiunge a quella obbligatoria ma non la sostituisce. È un'opportunità di risparmio a cui lo Stato riconosce agevolazioni fiscali di cui altre forme di risparmio non beneficiano. L'agevolazione vale anche nel caso di versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico.
Perché è utile aderire a un fondo pensione?
Con il metodo di calcolo contributivo la pensione sarà ancora sufficiente? O meglio pensare a una pensione di scorta? Ci sono diversi motivi per aderire ad un fondo pensione. Innanzitutto, la previdenza integrativa permette di avere delle risorse aggiuntive che si affiancheranno alla pensione pubblica. Secondo uno dei vantaggi della previdenza integrativa è quello di essere alla portata di tutti. Non occorre essere dei “grandi investitori” per ottenere dei risultati, ma basta destinare con costanza dei piccoli importi, per poter poi, negli anni, accumulare un bel capitale. Inoltre, conviene fiscalmente: il risparmio fiscale consiste, quindi, nell’abbattimento del reddito imponibile, dal momento che i contributi versati vengono sottratti, con conseguenti minori imposte IRPEF da versare.
La previdenza complementare è rischiosa?
E ‘un risparmio sicuro, infatti le forme pensionistiche integrative costituiscono dei patrimoni autonomi e separati all’interno del patrimonio complessivo del gestore e quindi in caso di suo fallimento il patrimonio accumulato è salvaguardato. Inoltre, le risorse versate dagli aderenti sono impignorabili ed insequestrabili da parte di eventuali creditori degli stessi. Inoltre, c’è la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) a vigilare sul buon funzionamento. E infine la legge detta dei criteri specifici e dei limiti prudenziali agli investimenti quando hanno finalità pensionistiche a cui i gestori devono obbligatoriamente attenersi.
Posso avere i miei soldi prima del tempo o soltanto quando vado in pensione?
Il fondo pensione è uno strumento flessibile nell’utilizzo delle risorse accumulate. L’obiettivo primario è di tutelare il tenore di vita al momento del pensionamento, ma i soldi possono essere anche utilizzati per far fronte ad altre importanti esigenze:
- Anticipazione: si può richiedere anticipatamente una parte di quanto accumulato, fino al 75% per spese sanitarie o acquisto/ristrutturazione della prima casa e fino al 30% per qualsiasi altra esigenza;
- riscatto: si può richiedere il 50% o il 100% di quanto accumulato in caso di perdita del lavoro o sopraggiunta invalidità permanente. Ci sono poi due ulteriori misure a favore degli eredi o altri beneficiari degli aderenti: il riscatto in caso di morte prima del pensionamento e la possibilità di rendere reversibile la pensione integrativa.
Chi costruisce la mia pensione complementare?
L’iscritto costruisce attivamente e liberamente la propria pensione integrativa:
- libertà di scelta del fondo pensione a cui aderire, anche se il lavoratore ne ha uno di categoria di riferimento;
- libertà di cambiare fondo pensione se le esigenze mutano nel tempo, trasferendo la posizione accumulata in quello prescelto senza limiti e conservando tutti i vantaggi fiscali;
- libertà di scelta del comparto gestionale in cui far confluire ed investire le risorse versate;
- flessibilità contributiva, quanto ad ammontare dei versamenti, modalità, variabilità e sospensione degli stessi;
- per i lavoratori dipendenti, facoltà di conferire o meno il proprio TFR maturando anziché lasciarlo in azienda;
- libertà nella scelta della prestazione finale: rendita, capitale o mista.
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