Riapertura Scuola: “Cancellare il tempo pieno non è una scelta della singola scuola”

Augusta Celeda, direttrice dell’Ufficio Regionale Scolastico, rassicura e conferma “il rischio di mancanza di docenti e orari ridotti c’è”


“I dirigenti scolastici non hanno l’autonomia di decidere la cancellazione del tempo pieno e del numero delle ore in presenza. Ogni deroga all’ordinamento scolastico spetta al governo e non ci sono indicazioni in questo senso al momento”. Così Augusta Celeda, direttrice dell’Ufficio Regionale Scolastico della Lombardia risponde alle preoccupazioni dei genitori.

In questi giorni sulle chat di classe e nelle mailing-list dei genitori stanno arrivando le varie ipotesi di riorganizzazione per settembre e mamme e papà sono preoccupati: “Sparirà il tempo pieno alle elementari? Il tempo prolungato alle medie? Ci saranno alcune scuole che faranno la metà delle ore previste?”

Il rischio di dover riorganizzare gli orari c’è, ma non è una scelta delle singole scuole. Tempo pieno e prolungato e quantità di ore di lezione non sono una questione su cui decidono i dirigenti scolastici. Si fa con un decreto, con una norma del governo

Quindi un dirigente scolastico non può decidere: “tolgo il tempo pieno” per risolvere il problema?

Il dirigente scolastico se ha il tempo pieno ha l’organico per fare 40 ore settimanali. Ha problemi di classi molto affollate che quindi devono essere divise? Non può tenersi l’organico previsto per le 40 ore, senza farle, ma usandolo per “coprire” così lo smembramento delle classi. Il dirigente deve dire che per fare le 40 ore serve personale in aggiunta e allora l’ufficio regionale interloquisce col ministero, che ha annunciato 50mila nuovi docenti. O il ministero dà più docenti o stabilisce di tagliare il tempo, lo decide però il Ministero.

E sulla questione delle ore di lezione eliminate? C’è il rischio di avere programmi dimezzati in alcune scuole?

No, deve esserci un decreto sulla riduzione del monte ore, deve arrivare una deroga all’ordinamento scolastico. Non possono decidere i singoli presidi, quindi non si va in ordine sparso per cui in una scuola si fanno 40 ore e in una 30… Per la legge sull’autonomia i presidi hanno un margine del 20% massimo sulla riduzione del tempo scuola. Quindi le 6 ore della giornata della scuola secondaria di I grado possono diventare 5, ma non possono diventare due turni di studenti da 3 ore ciascuno. Per farlo serve una decisione normativa.

In questa situazione oltre ad esserci bisogno di più docenti c’è il problema dei supplenti. A Milano e in Lombardia come è la situazione, quando avremo tutti i docenti in classe?

L’organico in Lombardia è in numero inalterato da 3, 4 anni e stiamo vivendo una diminuzione demografica alla primaria e sta arrivando alle medie. Quindi sulla carta non ci sono problemi di organico. Ma il problema della Lombardia, aldilà del Covid, è sempre che pure in presenza di posti da assegnare, non ci sono gli insegnanti disponibili. Abbiamo esaurito le graduatorie e in più quest’anno per l’emergenza e il conseguente aumento dei posti stabiliti dal Ministero, cresceranno i posti al Sud (ci saranno molti trasferimenti) e qui rischiamo di faticare a trovare supplenti. Il rischio c’è anche perché da quest’anno c’è la modalità della call veloce (tutti gli iscritti nelle graduatorie concorsuali e nelle graduatorie ad esaurimento (Gae) potranno beneficiarne e spostarsi anche in un’altra Regione). In pratica dopo quasi 20 anni la “chiamata” per assegnare la cattedra non la fa la scuola, ma l’ufficio provinciale (sono 12 in Lombardia). Dovrebbero farlo entro il 20 settembre ma hanno scarsità di organico e devono riprendere un’operazione che non fanno dal 2001. Solo finita la call veloce si potranno cominciare a nominare supplenti.

Con le misure Covid cosa succede se non ci sono i docenti?

Dovranno scattare misure emergenziali come a marzo. Ma il Ministero sta monitorando, io ogni giorno mando un report e c’è un tavolo di lavoro permanente in Lombardia dove si coordinano rappresentanti degli assessorati regionali di Istruzione, Infrastrutture e trasporti, della protezione civile e un rappresentante ciascuno per province, Comuni, Forum dei genitori, consulta studentesca, componente disabile, scuole paritarie, sindacati e terzo settore. Il panorama non è ancora limpido, ma prima di Ferragosto capiremo. Io penso funzionerà e saremo in classe.

 


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Riapertura scuole a settembre
La riapertura della scuola nell'intervista a Augusta Celeda, direttrice dell’Ufficio Regionale Scolastico

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