Elezioni amministrative 2021: intervista a Alessandro Pascale

Il candidato del Partito Comunista risponde su povertà delle famiglie, conciliazione lavoro-casa-scuola e ambiente


Elezioni amministrative a Milano. Si vota il 3 e 4 ottobre. Radiomamma ha intervistato i 13 candidati sindaco su tre temi specifici segnalati come urgenti dalla nostra community: povertà delle famiglie, conciliazione lavoro-famiglia- scuola e ambiente.

Alessandro Pascale, candidato sindaco di Milano per il Partito Comunista (PC)  risponde alle domande di Radiomamma (clicca qui per leggere le domande di Radiomamma e le risposte di tutti i candidati, man mano che vengono pubblicate)

 

ALESSANDRO PASCALE, CANDIDATO SINDACO A MILANO DEL PARTITO COMUNISTA (PC): SU POVERTA’, CONCILIAZIONE LAVORO- FAMIGLIA E SCUOLA E AMBIENTE. COSA PROPONE E CON QUALI FONDI

POVERTÀ DELLE FAMIGLIE. I NUMERI FANNO RIFLETTERE: OLTRE 30MILA “NUOVI POVERI” HANNO CHIESTO AIUTO ALLE CARITAS LOMBARDE TRA PRIMO E SECONDO LOCKDOWN; 1600 NUCLEI FAMIGLIARI PRESI IN CARICO DA EMERGENCY A MILANO (PROGETTO NESSUNO ESCLUSO); NASCITE CALATE DEL 15 % A MILANO TRA NOVEMBRE 2020 E GENNAIO 2021. QUALE RITIENE SIA IL PRIMO INTERVENTO URGENTE DA FARE? E CON QUALE BUDGET INTENDE FINANZIARLO? 

ALESSANDRO PASCALE: Ovviamente intendiamo sostenere economicamente tutte le organizzazioni no profit che forniscano risultati concreti nella lotta alla povertà, valutabili tramite indicatori condivisi e misurabili. Sottolineiamo però che la lotta alla povertà deve inevitabilmente passare da un maggiore intervento attivo dell'ente pubblico, che garantisca tutti i bisogni primari necessari a garantire la tutela della dignità di ogni persona. La beneficenza, pubblica o privata che sia, deve essere superata dalla piena occupazione lavorativa e dalla possibilità di mettere tutti in condizione di avere un tetto sopra la testa e di poter arrivare a fine mese senza ansie. La beneficenza e il terzo settore devono completare, migliorandola, l’azione pubblica: non sostituirla. L'unica soluzione definitiva al problema della povertà, a nostro avviso, è quindi quella di pianificare un'espansione del settore pubblico per dare un lavoro di qualità e ben pagato a tutta la cittadinanza. Lo slogan che sintetizza questa nostra idea è “lavorare meno, lavorare tutti, vivere meglio”. Per fare ciò, è necessario mettere il progresso tecnologico-industriale al servizio del popolo, e non viceversa, come avviene nel sistema capitalistico. Noi affermiamo, non retoricamente, che occorra rivoluzionare il sistema proprio perché abbiamo consapevolezza che la povertà diffusa sia un elemento strutturale e indispensabile alla sopravvivenza del capitalismo: non si può quindi pensare di risolvere il problema a Milano senza intervenire radicalmente anche a livello nazionale. Come l’esperienza cinese ci insegna, la povertà si sconfigge solo grazie ad un’espansione razionale del settore pubblico.

Per sostenere l'impianto del nostro intero programma, noi partiremmo da alcune direttrici fondamentali:

  1. il mancato rispetto dei vincoli di bilancio previsti dal patto di stabilità (una politica imposta dalle élite finanziarie europee); 
  2. la costruzione di una commissione che analizzi la struttura del debito attuale di Milano (circa 4 miliardi di euro, il più alto d'Italia), indagando la composizione sociale dei detentori del debito per colpire quanti hanno speculato e lucrato in maniera indecente, garantendo il pieno rispetto degli impegni assunti con i piccoli risparmiatori;
  3. lo sfruttamento di ogni strumento possibile concesso dall'attuale legislazione borghese per far pagare la crisi anzitutto alle 4.600 multinazionali allocate sul territorio milanese;
  4. la riforma dell'addizionale comunale IRPEF, che al momento prevede una sola aliquota dello 0,8% applicabile ai redditi superiori ai 23 mila euro. Noi intendiamo riformarla con i seguenti criteri di proporzionalità e progressività, abbassando di fatto le tasse ad una vasta platea per chiedere contributi crescenti ai maggiormente benestanti:
    • 1% per i redditi superiori ai 32 mila euro;
    • 2% per i redditi superiori ai 40 mila euro;
    • 5% per i redditi superiori ai 50 mila euro;
    • 10% per i redditi superiori ai 100 mila euro;
    • 15% per i redditi superiori ai 200 mila euro.

 

CONCILIAZIONE LAVORO-FAMIGLIA- SCUOLA. QUESTI NUMERI FANNO RIFLETTERE: 5MILA DONNE NEL 2020 HANNO PERSO IL LAVORO A MILANO SECONDO ASSOLOMBARDA. REGIONE LOMBARDIA DENUNCIA UN AUMENTO DELL’ABBANDONO SCOLASTICO TRA GLI ADOLESCENTI NEL 2021 DAL 12,6% AL 15,7% E L’OSPEDALE BAMBIN GESÙ PARLA DI UN AMENTO DELL’80% DEL DISAGIO PSICOLOGICO NEGLI ADOLESCENTI A CAUSA DELLA PANDEMIA. SECONDO IL RAPPORTO INVALSI 2021, IL 39% DEGLI STUDENTI NON HA RAGGIUNTO GLI STANDARD MINIMI IN ITALIANO, DATO CHE CRESCE AL 45% SE PRENDIAMO IN CONSIDERAZIONE MATEMATICA, E CHE AUMENTA ULTERIORMENTE ALLE SCUOLE SUPERIORI FACENDO REGISTRARE RISPETTIVAMENTE IL 44% E IL 51%.  QUALE RITIENE SIA IL PRIMO INTERVENTO URGENTE DA FARE? E CON QUALE BUDGET INTENDE FINANZIARLO? 

ALESSANDRO PASCALE Rispondo partendo da qualche dato in più: l'amministrazione Sala vanta di aver aumentato i fondi per i servizi sociali (414 milioni di euro nel 2018, 12 in più dell'anno precedente, portando la voce al 15,1% del bilancio annuale) creando circa 100 posti in più negli asili nido comunali, che nel 2018 potevano ospitare 10.060 bambini. Il dato è però ancora tragicamente insufficiente, considerando che nel 2015 solo il 31% dei bambini al di sotto dei 3 anni era iscritto a strutture formali di assistenza all'infanzia. I bassi tassi di partecipazione riflettono evidenti carenze nella fornitura di servizi ufficiali di assistenza all'infanzia, soprattutto per i bambini fino a 3 anni di età. Oltre alla mancanza di posti disponibili, si sono rivelati degli ostacoli all'utilizzo di tali servizi: le difficoltà di accesso (distanza, orari di apertura, rigorosi criteri di ammissibilità), gli elevati costi diretti di questi servizi e la scarsa qualità. Occorre inoltre segnalare la riduzione delle famiglie che usufruiscono dei centri estivi (-33% in due anni), riconducibile all’introduzione del nuovo sistema tariffario e della prescrizione per le famiglie insolventi rispetto al pagamento della refezione scolastica. 

Per quanto riguarda il lavoro delle donne, è noto che esso sia storicamente (e non certo per volontà delle donne) più precario e flessibile, spesso con orari part-time. Su questo tema riteniamo che sia necessario sensibilizzare la cittadinanza, ed in particolar modo i gruppi sociali che per ragioni culturali e religiose tendono ad affermare l'idea dell'inferiorità della donna sull'uomo, agendo sia sul piano culturale che sul piano sociale, cercando una collaborazione attiva con la Casa delle donne, i gruppi femministi diffusi sul territorio e il mondo dell'istruzione, al fine di garantire, soprattutto alle donne straniere, la possibilità di frequentare gratuitamente corsi di lingua-cultura italiana e di diritto pubblico e privato. Nessun sostegno economico va dato ad aziende in cui si evidenzino discriminazioni di genere di ogni tipologia, particolarmente gravi quando si minaccia la lavoratrice di licenziamento o mancato rinnovo del contratto in caso di maternità. In generale sosteniamo siano necessarie politiche espansive volte al supporto di maternità e infanzia che prevedano l’ampliamento del numero di asili nido, la progressiva gratuità della refezione scolastica, l’aumento di servizi flessibili di accoglienza dei bambini e l’estromissione integrale di multinazionali come Sodexo dalla gestione di tali servizi. L'obiettivo di lungo termine deve essere di rendere il servizio completamente gratuito, pubblico e universale; come obiettivo intermedio riteniamo necessario espandere l'attività di asili pubblici e offrire incentivi ai privati affinché predispongano apposite strutture convenzionate dedicate all’accoglienza dei figli in orari extra-scolastici. Tali fondi devono essere vincolati all'accessibilità tramite contributi progressivi definiti su base reddituale e concordati con il Comune stesso.

Per ridurre le disparità in fase di selezione e mantenimento dell’occupazione tra lavoratrici e lavoratori, riteniamo sia necessario incentivare la ridistribuzione omogenea delle responsabilità di cura e assistenza familiare: il congedo post partum dovrebbe essere distribuito equamente tra donne e uomini, in modo da ridimensionare le distorsioni e i pregiudizi in fase di assunzione di una giovane donna.  Inoltre, l’espansione (e l’obbligatorietà) del congedo paterno ridurrebbe parte dell'onere dell'assistenza a carico delle madri, consentendo loro di decidere le modalità e le tempistiche di rientro sul luogo di lavoro. Per questa ragione, l’estensione della durata del congedo di paternità obbligatorio per i dipendenti comunali ad un mese e la previsione di incentivi fiscali rivolti ai privati che impongano lo stesso congedo potrebbe rappresentare un importante segnale rivolto anche al mercato del lavoro nazionale (a fronte, infatti, di un congedo di paternità obbligatorio nazionale – ad oggi - pari a 10 giorni lavorativi, come stabilito dalla legge di bilancio 2021).

Riguardo al disagio psico-sociale manifestato dai bambini e dagli adolescenti, credo che ogni scuola debba creare o potenziare in questa fase i propri servizi di supporto psicologico. Da insegnante, sono perfettamente consapevole dei limiti della DAD. Personalmente credo che il nostro lavoro debba essere quello di stimolare questi ragazzi, stando attenti alla loro crescita psico-fisica, ma senza neppure deresponsabilizzarli riguardo al loro rendimento scolastico. Credo comunque che molti problemi psico-fisici possano essere superati con il ritorno ad una sana socialità, la quale però viene impedita da una gestione politica palesemente e volutamente inadeguata della pandemia, che sta diventando un raffinato meccanismo di controllo sociale in un periodo di profonda crisi e ristrutturazione del capitalismo occidentale. I nostri ragazzi stanno pagando insomma la gestione imposta dalle élite borghesi, che vedono come unica via d’uscita dall’emergenza pandemica l’utilizzo dei soli vaccini occidentali a mRNA (molto diversi da quelli cubani, russi o cinesi), nonostante le molteplici perplessità nella comunità scientifica e medica, anche occidentale.

 

AMBIENTE: LA NOSTRA CITTÀ È AL 13ESIMO POSTO SU 1000 NELLA CLASSIFICA PER PRESENZA DI PM10 NELL’ARIA E AL 5 POSTO SU 1000 PER QUANTITÀ DI OSSIDO DI AZOTO CHE METTE A RISCHIO SOPRATTUTTO I BAMBINI E CHI SOFFRE DI PATOLOGIE RESPIRATORIE. QUALE RITIENE SIA IL PRIMO INTERVENTO URGENTE DA FARE? E CON QUALE BUDGET INTENDE FINANZIARLO?

ALESSANDRO PASCALE: A Milano e in Lombardia si muore di più rispetto ad altri luoghi perché lo sviluppo economico è stato costruito senza far ricorso a criteri di sostenibilità ambientale. A risentirne è stata la salute dei cittadini, in primo luogo quelli più poveri, che non possono permettersi le accortezze salutistiche per ostacolare l'indebolimento del sistema sanitario.

La quasi totalità delle emissioni nocive prodotte oggi a Milano è imputabile anzitutto al riscaldamento residenziale e, in misura minore, al traffico automobilistico. È su questi due fronti che occorre agire. Riguardo al primo occorre procedere anzitutto alla riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico, per poi introdurre sostegni al piano nazionale di riconversione energetica, sostenendo con un'apposita azienda pubblica le istanze di riconversione degli stabili privati appartenenti alle famiglie più disagiate. A godere infatti del “bonus ristrutturazioni” sono anzitutto le famiglie benestanti, che non hanno problemi ad anticipare ingenti capitali da riacquisire poi integralmente con il famoso “110%”. La nostra proposta è di costruire in tempi rapidi un'apposita azienda pubblica che preveda di anticipare l'80% delle spese di ristrutturazione necessarie, con il 20% restante a carico degli inquilini, dividendo la restante quota del 10% in parti uguali per rendere conveniente economicamente ad entrambe le parti l'attività. Qualora in futuro dovessero cessare i contributi nazionali del “bonus ristrutturazioni” nulla vieta all'azienda pubblica di concordare con i proprietari privati un intervento di ristrutturazione che preveda un pagamento rateale garantito in parte dal risparmio sulle spese annue delle forniture energetiche. Non è un caso che il Comune di Milano non abbia neanche pensato di impiegare i fondi di NextGeneration EU per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico del Comune, ma al contrario abbia proposto di destinarne una quota al progetto folle di riapertura dei Navigli interrati.

Anche sul tema dei trasporti occorre introdurre un netto cambio di paradigma nella prassi istituzionale e nella mentalità dei cittadini: Milano deve puntare, anche sul piano urbanistico e viario, sempre più sulla mobilità pubblica a discapito di quella privata, così da agire direttamente sul fronte della riduzione dell'inquinamento e della transizione ecologica. Lo sviluppo del sistema di car e bike sharing pubblici su scala quanto meno regionale e la sottrazione di tali servizi ai privati sono i passaggi conseguenti con cui garantire il rispetto di esigenze particolari di mobilità. Questa progettualità si contrappone in maniera palese alle politiche seguite dalle amministrazioni passate, compresa quella uscente, che anzi in vista del prossimo bando previsto a dicembre 2021, sembra intenzionata ad affidare la gestione del servizio all'associazione temporanea di imprese che prende il nome di “Milano NEXT”, compiendo così un decisivo passo in avanti per la privatizzazione del servizio alla quale ci opponiamo nettamente.

Allo stato attuale riteniamo che il Comune possa e debba, d'accordo con le istituzionali regionali e nazionali, avviare un piano straordinario di trasformazione urbanistica della città, garantendo un maggior numero di corsie preferenziali per i mezzi pubblici e i mezzi privati non inquinanti. Tale misura consentirà ai mezzi pubblici di accelerare i tempi delle tratte garantendone una maggiore frequenza. Ciò non esula dalla necessità di potenziare il servizio attuale (se necessario procedendo con espropri di mezzi privati per far fronte alle emergenze pandemiche), con particolare attenzione alle fasce orarie più affollate della giornata (orari di ingresso e uscita degli studenti e dei lavoratori), aumentando ulteriormente il numero dei mezzi e assumendo un numero congruo di nuovi addetti. Nell'ottica del potenziamento occorre portare a termine i lavori in corso per la conclusione delle tratte M4 e M5, vigilando su eventuali sprechi e speculazioni. Per favorire la crescita di una cultura civica e ambientalista che privilegi i mezzi pubblici all'automobile, per far fronte all'emergenza sociale in corso e come primo passo verso l'obiettivo della gratuità totale del servizio, proponiamo di dimezzare il prezzo dell'abbonamento annuale ai pendolari e agli studenti le cui famiglie abbiano un ISEE inferiore a 35 mila euro, prevedendo per tutti gli utenti la possibilità di rateizzare il pagamento in 12 mensilità.

In generale, il modo migliore per garantire questi obiettivi è far proprie le analisi e le lotte del Comitato ATM Pubblica. ATM, come ogni altra impresa pubblica, va trasformata in un'azienda pubblica di erogazione, che si finanzia con le sole entrate fiscali. Stante però l'attuale situazione debitoria del Comune e l'imponente fatturato dell'azienda (quasi 800 milioni nel 2018), riteniamo che questa trasformazione non sia facilmente attuabile in tempi brevi senza un più radicale ed ampio riassetto nazionale. La nostra proposta temporanea e applicabile oggi stesso prevede invece la ricomposizione delle varie aziende che fanno capo alla holding ATM in un'unica azienda pubblica composta, che si finanzi in parte con l'erogazione dei biglietti, in parte con fondi provenienti dalla fiscalità. La misura va associata alla necessità di porre termine al principio dell'assegnazione del servizio pubblico tramite gara d'appalto e  implica che il bilancio comunale preveda una quota finanziaria crescente assegnata al settore dei trasporti, finanziandolo con la tassazione generale proporzionale e progressiva fino all'obiettivo finale della gratuità completa del servizio.

 

 


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Alessandro Pascale
Il candidato sindaco PC Alessandro Pascale

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