WaterHug Approach per famiglie e asili a Milano
"Un asilo nell'acqua". Con una frase si può sintetizzare così il WaterHug Approach, il nuovo metodo di pedagogia che insegna al bambino a nuotare, ma non solo, seguendo in modo coerente la filosofia dei nidi e delle scuole di Reggio Emilia. Insegna a fare gruppo, a relazionarsi con gli altri (il genitore in primis) e a esprimersi liberamente. Non è semplice acquaticità, ma un vero percorso pedagogico che Danilo Vaghi a Milano propone alle famiglie e alle scuole (come parte del percorso educativo e didattico vero e proprio) in piscine con acqua a 32 gradi, da 3 mesi a 10 anni.
WATERHUG APPROACH: METODO PEDAGOGICO COERENTE CON LA FILOSOFIA DEGLI ASILI DI REGGIO EMILIA
Cosa è WaterHug Approach?
WaterHug è un approccio, una vera e propria pedagogia in acqua. L'apprendimento si forma attraverso un costante dialogo, tra il bambino e l'ambiente, tra il bambino e l'adulto, tra gli stessi bambini che partecipano all'incontro. L'acqua diventa primo educatore perché possiede regole e possibilità sperimentative differenti rispetto al contesto terreste.
Ci racconti in cosa consiste?
WaterHug è un abbraccio d'acqua, un modo nuovo di pensare e immaginare l'attività in acqua per i bambini. Un approccio in grado di considerare tutti gli aspetti del bambino, quello relazionale, emotivo, cognitivo, motorio, linguistico, logico matematico, artistico. Non si tratta di un'attività in acqua che conduce solamente al nuoto, questo diventa addirittura un punto secondario. Il focus è la relazione tra il bambino e l'acqua, tra il bambino e lo stesso operatore, tra il bambino e il genitore, e crescendo tra gli stessi bambini che partecipano al corso. Ognuno di loro è posto al centro, con la sua propria e unica relazione con l'elemento acqua. Seguendo in modo coerente la filosofia dei nidi e delle scuole di Reggio Emilia, la presenza del piccolo gruppo è essenziale per poter dialogare costantemente con i bambini e far emergere le loro teorie e ipotesi sui vari temi che emergono nell'incontro in acqua. L'approccio pedagogico che sostiene lo stare in acqua con i bambini è la pedagogia della relazione.
Perché proporre WaterHug Approach alle classi e alle famiglie?
“I bambini imparano a nuotare senza accorgersene, a non avere paura dell'acqua. E allo stesso tempo esercitano la concentrazione, il problem solving costruendo dentro di sé l'autostima". La Griffith University in Australia ha fatto una ricerca su 7mila bambini di 4 anni e ha riscontrato come i bimbi nuotatori siano più avanzati nello sviluppo fisico e mentale rispetto ai non nuotatori. I bimbi tra i 3 e 5 anni nuotatori sono stati valutati: 11mesi in anticipo sulle abilità verbali, 6 mesi più avanti in quelle matematiche, 17 mesi più avanti nelle capacità mnemoniche
Come funziona nella pratica?
È un percorso. E ci sono due possibilità: corsi per le famiglie (genitori e bambini) e corsi per le scuole e asili. Ogni lezione ha un inizio, un centro e una fine. L'istruttore ha una scheda che compila ogni volta e che gli permette di "studiare" il gruppo e i singoli e fare un percorso personalizzato, sul gruppo e sull'individuo. Solo piccoli gruppi: max 5/6 bambini. Dai 3 mesi ai 10 anni. Ogni fascia di età ha il suo percorso Specifico che si struttura sullo sviluppo stesso dei bambini, rispettando però le tempistiche di ognuno.
Qual è la differenza di un corso di acquaticità tradizionale?
Innanzitutto, la relazione. I genitori fanno insieme gli stessi movimenti e passano da un movimento all'altro sempre insieme per dare una visione omogenea dell'attività. Tutto offerto contemporaneamente per fare in modo che i genitori si guardino e apprendano uno dall'altro con l'istruttore in osservazione e curatore dell'avanzamento di ognuno. Secondo: il percorso è differente in base all'età, anche gli ausili proposti sono diversi e adeguati a ogni periodo di sviluppo, apprendimento e fase di crescita. Terzo: l'attività segue il passaggio dei centri di interesse e di crescita del bambino. Altro elemento è che l'istruttore è presente a sostegno della coppia. Quello che deve sperimentare e sperimentarsi è il genitore che deve diventare il migliore insegnante per il proprio figlio. Un altro punto che ritengo essenziale è la capacità di osservazione del bambino e la possibilità di documentare, riflettere, restituire agli insegnanti e al genitore, valorizzando il processo di apprendimento.
Cosa si fa in vasca?
Dipende dall'età, l'attenzione al bambino vuol dire attenzione alla sua età innanzitutto:
3 mesi - 36 mesi. Questa fascia molto ampia è divisa in fasce di sviluppo molto precise per poter creare gruppi omogenei, contesti adeguati e consentire al momento opportuno per ogni bambino l'uscita del genitore. L'uscita del genitore dalla vasca non è predeterminata, ma è il bambino stesso, interessandosi maggiormente all'insegnante e ai propri pari decide l'uscita della figura sino a quel momento di riferimento. Il percorso è diviso di 4 mesi in 4 mesi, all'interno di ogni fascia cambiano proposte, modalità di immersione, supporti e ausili offerti. Dai 6 mesi per esempio arrivano gli ausili, dai 18 i giochi motori, dai 24 quelli cognitivi e simbolici. Ma la visione è globale e non di rado queste proposte si ritrovano offerte in modo più articolato e trasversale. È il bambino che con il suo interesse, dirige le proposte.
3- 10 anni, anche qui divisi in piccoli gruppi, si acquistano le capacità natatorie, i vari stili. Tutti insieme. Niente vasche avanti e indietro, ma in modo interattivo e relazionale si impara, seguendo le propensioni di ognuno. È sempre l'acqua a guidare i bambini
Imparano a nuotare?
Se un bambino inizia a 4 mesi a 20/22 mesi è autonomo, se cade in acqua Saprà tornare al bordo. Un bimbo che inizia a 3 anni dopo 4 volte non ha più paura dell'acqua, da lì inizia un percorso che consente di diventare autonomo da subito e di iniziare a specializzare i suoi movimenti coordinativi.
E quando lavorano le classi di asili nidi, scuole dell'infanzia e scuole come funziona?
Il percorso entra nel progetto educativo e didattico della scuola. Se i bambini in classe stanno lavorando sui colori per esempio, faccio in modo che il colore dell'acqua o delle pareti della piscina cambi a seconda della giornata o dell'attività. Questo consente ai bimbi di avere una relazione con l'acqua più creativa e di portare avanti il progetto della classe in un ambiente diverso. Come atelierista dell'acqua e del movimento del Reggio Emilia approach, baso il mio lavoro sul dialogo e lo scambio con le insegnanti e le pedagogiste, ad esempio per tradurre in acqua i progetti che loro stanno conducendo nelle classi, documentare l'incontro, approfondirlo insieme e restituirlo giornalmente, mensilmente, annualmente ai genitori. Questa è una delle possibilità progettuali.
Come è nata l'idea di questo approccio?
All'Università: un professore mi chiese di seguire un bambino. S. aveva 9 anni, ma ne dimostrava 4, era affetto dalla sindrome xfragile. I risultati ottenuti furono sorprendenti, perché il bambino fu seguito in forma di equipe, strutturando su di lui il percorso migliore. L'incontro con gli approcci e metodi italiani ed internazionali più interessanti. Ma ciò che ritengo essere il punto di svolta è stato l'incontro con l'approccio i Reggio Emilia e la Pedagogia di Lori Malaguzzi. In questi anni di esperienza maturata con più di 3000 bambini vissuti come atelierista dell'acqua e del movimento, sono giunto alla conclusione che per la fascia d'età 0/6 anni e 6/10 anni debba esistere una nuova figura, che si trasformi da istruttore di nuoto a co-autore di un processo spontaneo e che porti in acqua una maggiore complessità di esperienze formative.
E come ti sei preparato?
Il primo passaggio all'università con studi in scienze motorie. Ho conseguito i brevetti della federazione italiana nuoto e federazione italiana assistenti bagnanti per insegnare in acqua, in completa sicurezza. Attualmente sto per iniziare un secondo passaggio, universitario, per una formazione maggiormente dedicata al mondo educativo. Ho aggiornato la mia competenza con i corsi che il panorama italiano offre per l'aggiornamento e la psicomotricità in acqua. Inoltre, tutta la formazione diretta e indiretta che ho ricevuto lavorando in un contesto reggiano in questi ultimi otto anni.
Formi anche altri professionisti all'approccio?
Attualmente sto pensando ad un percorso molto strutturato per tutte le figure che in differenti forme si relazionano con i bambini, dagli insegnati, gli educatori, sino al genitore che desidera approfondire maggiormente il mondo educativo per il proprio bambino in acqua. Considerando la vocazione di approccio che è WaterHug penso ad una formazione a più voci e professionisti per consentire, agli allievi, di entrare in contatto con più punti di vista, linguaggi, e panorami educativi.
Leggi le ultime notizie pubblicate:
Spazio Menopausa a Milano: nasce un punto di riferimento per le donne
Presa in carico olistica e multidisciplinare delle donne.
Eventi natalizi a Milano: idee per feste, cene e aperitivi per famiglie, amici e colleghi
Dalle location per bambini e famiglie ai ristoranti pe
Aggiungi un commento