Charmet: “Gli adolescenti per il Covid vanno risarciti”

“E’ mancata una voce che a nome dell’Italia parlasse solo a bambini e ragazzi. Sono stati ubbidienti ma non responsabilizzati”, denuncia lo psicoterapeuta


“Ai bambini e ai ragazzi abbiamo tolto tutto, senza dare una spiegazione seria e fatta apposta per loro. Così hanno vissuto il trauma, senza sentirsi protagonisti della lotta e quindi ora non vivono questa fase come un successo e restano nella loro tana”. Denuncia una mancanza di risarcimento per i bambini e i ragazzi lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet, che mercoledì 10 giugno alle 21.15 parlerà di adolescenti e Covid-19 in un incontro in streaming organizzato da Arimo Cooperativa Sociale

 

Cosa è successo ai bambini e agli adolescenti in questi 100 giorni di lockdown?

Sono stati privati di tutte le cose importanti: scuola, sport, gruppo, cultura, movimento e avventura. Hanno misurato l’intensità dell’evento solo in base a ciò che veniva loro tolto e impedito. Indirettamente hanno avuto anche benefici: più mamma e papà e più casa. Ma questo è stato positivo solo in parte e solo per i bambini. Il problema ora è la ripresa dopo un lungo periodo di privazione. Perché tutto è stato calato dall’alto, senza una voce autorevole che spiegasse loro bene cosa stava succedendo.

Cosa intende per una spiegazione seria fatta per loro?

Credo sia mancata una voce che a nome dell’Italia parlasse a loro direttamente, che spiegasse bene e chiaramente che loro erano chiamati in prima linea, come gli adulti, a combattere per non diventare prigionieri delle “bestie invisibili” che usavano i nostri corpi per crescere e infettare altri corpi. È stata una lotta che riguardava tutti, anche i bambini e i ragazzi. Questo avrebbe aumentato la paura, ma giustificato le rinunce. Sarebbe servita una voce dall’alto. Noi ci siamo fidati di un comitato tecnico scientifico, dei discorsi di Conte. Non c’è stata una voce che si rivolgesse direttamente a loro, solo a loro. Ma nella nostra società del narcisismo la morte non si può fare intravedere. Li vogliamo sempre proteggere dalla morte. Questa era invece un’occasione più unica che rara per insegnare che la vita va salvaguardata perché c’è la morte. Questa lotta contro le “bestie” sarebbe stata una grande scuola di responsabilità.

E adesso perché soprattutto negli adolescenti non c’è l’euforia della liberazione?

Questa nuova fase è di liberazione, ma manca la sensazione del successo e il risarcimento. Tutti abbiamo fatto una battaglia, ci siamo sacrificati e ora viviamo con la sensazione di aver salvato il salvabile e abbiamo una sorta di risarcimento (per esempio i vari contributi economici). Per bambini e ragazzi? Loro sono stati obbedienti, ma non responsabilizzati. Ed ora? Ora non hanno un risarcimento tangibile

Molti bambini non sanno più giocare insieme e molti ragazzi non vogliono uscire, fare cose. Come non fossero più abituati?

È la fase della dipendenza dall’abitudine dal dentro e del virtuale, soprattutto. Il gioco virtuale è più divertente, le relazioni virtuali sono più intime e confidenziali per i ragazzi. È vero che Internet non solo sostituisce, ma approfondisce sia l’amicizia sia l’amore. E loro hanno vissuto così per 100 giorni e ora fanno fatica a rinunciarci. In più devono superare la tensione. Non hanno vissuto in vacanza, ma nel coprifuoco, con una tangibile preoccupazione diffusa intorno. Riprendere è faticoso, è più comodo rimanere nella tana. Ma è questione di tempo. Fra un po’ non li terrà più nessuno. C’è bisogno di uscire, di andare. I genitori devono spingerli a fare, ma senza allarmismi. Hanno un programma genetico dentro di loro, la socializzazione e la sessualizzazione li porterà a uscire…diamo loro tempo

Mamme e papà come possono aiutare i figli a vivere questo nuovo periodo?

È essenziale ripensare a quello che è successo. È stato un trauma, che ha sicuramente scavato gallerie dentro l’immaginario dei bambini e degli adolescenti. Quindi il discorso va ripreso, non rimosso. Ricordare insieme la battaglia combattuta e vinta, riparlare delle rinunce fatte, del fatto che la responsabilità di tutti ha permesso di fermare il virus. Dopo il trauma c’è il post trauma e gli adulti devono essere pronti a rispondere alle domande. Esternare, parlare. Come fanno i reduci

 

 

Mercoledì 10 giugno ore 21.15 Arimo organizza un momento di riflessione e di confronto online con Gustavo Pietropolli Charmet, per parlare di adolescenti e Covid-19

Streaming live su:
www.facebook.com/arimocooperativa
www.facebook.com/mtmteatrolitta
 

 

 

 

 


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