Telecamere negli asili: giusto o sbagliato?
Le telecamere entrano negli asili nido della Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge. 600 mila euro per installare sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso (tra il 2019 e il 2020) e 300 mila euro per la formazione degli operatori. E intanto in Parlamento sta facendo il suo iter il Disegno di Legge n. 897 (sì della Camera lo scorso 23 ottobre e ora al Senato)
TELECAMERE NEGLI ASILI: COSA DICE LA LEGGE
La norma regionale prevede che le telecamere potranno essere installate in ogni asilo pubblico e privato che lo decida e stanzia i fondi. La sorveglianza sarà a circuito chiuso, quindi le immagini potranno essere viste solo dalle forze dell'ordine e solo in caso di denunce o semplici segnalazioni. Il Ddl in discussione in Senato parla di telecamere a circuito chiuso e prevede per chi lavora in nidi e case di riposo test di valutazione attitudinale e una formazione continua.
VIDEOSORVEGLIANZA NEGLI ASILI: SI o NO?
“Le telecamere non servono per prevenire e contrastare e non aumentano la qualità dell’offerta educativa. I fatti di cronaca ci hanno detto che le telecamere sono utili, ma lo sono se c’è un’investigazione da parte della magistratura (che può guardare le immagini) quindi dopo che un fatto è già avvenuto. Non fanno prevenzione”, così Federica Ortalli, presidente di Assonidi e cofondatrice di Doremi.
“Le telecamere vanno a condizionare in modo negativo il lavoro del personale educativo e incrinano la relazione di fiducia tra scuola e famiglia che è alla base di questo lavoro. Investire sulle telecamere non crea cultura educativa”, commenta Cinzia D'Alessandro, direttrice dello storico asilo La Locomotiva di Momo
Quali sono le alternative alle telecamere per tutelare i bambini?
Selezione, formazione, coordinamento pedagogico e lavoro di equipe, dicono le esperte
Federica Ortalli: Per prevenire serve una formazione continua. E' necessario un coordinamento pedagogico attivo ed efficace. Le riunioni di equipe devono essere settimanali o a scadenza quindicinale perché è la sede in cui emergono le tensioni, le difficoltà e le criticità. Lavorare in un asilo è un lavoro molto faticoso. E la selezione del personale deve essere fatta accertando le competenze ma anche con colloqui individuali approfonditi e che vanno ripetuti, durante l’anno e la carriera, non solo in fase di assunzione
Cinzia D’Alessandro: Innanzitutto la selezione Oltre a valutare con test e concorsi le competenze di un candidato, deve esserci un momento di indagine sull’individuo. Che tipo di infanzia ha avuto, perché vuole fare quel lavoro? Non basta sapere tutto di Piaget, bisogna anche selezionare l’individuo, la persona. Dovrebbe essere fatto da un gruppo di selezionatori deputato solo a questo, un team di pedagogisti, psicologi, esperti di selezione. Formazione continua. Nel nostro lavoro si è tragicamente abbandonati. Lavorare con i bimbi è un lavoro che mette alla prova e può dare luogo a un forte burnout. L’unico vero modo perché chi lavora con l’infanzia si nutra è dare formazione, ma non solo sui contenuti. Sportello di ascolto. Chi lavora con i bimbi ha bisogno di uno spazio di ascolto. Per gli educatori è fondamentale avere sempre la garanzia di ritrovarsi in serenità nelle aule. Lo sportello non serve nell’ottica del monitoraggio e del controllo, ma del supporto che è garanzia alla fine per i bambini. Confronto. Gli educatori devono poter contare sempre su un’equipe. Negli asili dove non c’è team composito sarebbe bene ci fossero strumenti di supervisione educativa costante. Un coordinatore pedagogico che più volte al mese, in modo costante, incontri gli educatori delle strutture. Nel mestiere dell’educatore non va bene lavorare da soli, c’è bisogno di confronto, l’equipe è fondamentale
Un’alternativa economicamente gestibile?
Federica Ortalli: Stiamo paragonando un occhio tecnologico che mira a un punto solo, con un occhio umano che mira alla prevenzione e guarda a 360 gradi....Sono due cose diverse. Sono due scelte diverse, le puoi fare tutte e due, ma non sono due cose simili. Il budget per formazione, selezione e coordinamento è sicuramente impegnativo, ma è efficace ed è una spesa da vedere in prospettiva. È un investimento nella qualità della proposta educativa ed è una spesa sulla prevenzione.
Può interessarti anche:
Inserimento al nido, niente panico!
I “Si” dell’inserimento: “E’ la scelta migliore per
Nidi gratis in Lombardia 2018-2019
Le famiglie ammesse non pagano l'asilo per i figli.
Leggi le ultime notizie pubblicate:
Spazio Menopausa a Milano: nasce un punto di riferimento per le donne
Presa in carico olistica e multidisciplinare delle donne.
Eventi natalizi a Milano: idee per feste, cene e aperitivi per famiglie, amici e colleghi
Dalle location per bambini e famiglie ai ristoranti pe
Aggiungi un commento