Menopausa: dialogo e amiche fattori protettivi per la donna

Per la coppia che cambia, a cominciare dalla sessualità, e per la donna sola. I consigli della psicologa.


In collaborazione con

Santagostino

“Dialogo, flessibilità nel cambiamento, attenzione rispetto a se stesse e al proprio corpo e capacità di chiedere aiuto ogni volta che ci si pone davanti una situazione che non sappiamo come affrontare”. Sono queste le parole chiave per gestire l’arrivo della menopausa secondo Eleonora Martin, psicoterapueta e sessuologa clinica del Santagostino.  La menopausa arriva in Italia in media attorno ai 52 anni, ma c’è anche un numero notevole di casi di menopausa precoce fra i 45 e i 50 anni. E le donne, rispetto al passato, hanno statisticamente trent’anni da vivere in menopausa. Giusto affrontare da subito i problemi che sorgono e che portano a una sorta di cortocircuito: la mente viaggia a una velocità diversa rispetto al corpo

Per questo a Radiomamma abbiamo deciso di dedicare uno speciale informativo di approfondimento al tema, intitolato Mamma Menopausa. Quattro interviste a specialiste del Santagostino che ci aiutano a inquadrare il tema, a capire il suo impatto sulla vita della donna e della famiglia e a gestire i cambiamenti che questa fase della vita comporta. 

Come si approcciano alla menopausa le donne?

Martin: C'è aspettativa. So già che mi succederà qualcosa. C’è una specie di orologio nella testa che porta a pensare che qualcosa cambierà. Ma non sempre questo cambiamento viene immaginato nel modo giusto. Le aspettative cambiano in base allo stato di salute della persona, ma anche a fattori culturali e legati allo stato della relazione che una donna ha. Quello che si sente dire, collegato alla menopausa, ha una forte connotazione negativa. Le donne sanno che sarà un periodo complesso, in cui il corpo va incontro a un decadimento e c’è una brusca caduta ormonale. L’aspettativa che si crea nella testa è quasi tutta negativa.

È proprio tutto così negativo?

Martin: No, i fattori sono vari e alcuni sono la chiave per volgere in positivo il cambiamento. Se sono in buona salute e ho una rete relazionale, sono meglio predisposta ad affrontare un periodo che è complesso. Sono fattori protettivi ricche relazioni e attività sociali. Proprio questi sono la molla per reagire quando si presentano i segni della menopausa: maggiore astenia, maggiore fatica, meno voglia e impulso a fare le cose. Il brusco calo di ormoni che c’è durante la menopausa porta ad avere minore spinta e impulso a fare le cose. 

C’è chi la vede in positivo?

Martin: Chi soffre per il ciclo e ha forti cefalee ovviamente attende la menopausa come un sollievo. C’è comunque per tutti un rovescio della medaglia. Tutto questo scompenso ormonale causa qualcosa al corpo. Le vampate non sono leggende metropolitane. Dal punto di vista della psiche quello che si viene a creare è che il tasso ridotto di estrogeni e androgeni porta a una ridotta motivazione, un diminuito senso del benessere in generale e un’apatia. Può portare anche a un calo del desiderio sessuale.

Come va gestito l’arrivo della menopausa?

Martin: Il primo aspetto fondamentale è quello di essere seguite dal punto di vista medico con una terapia ormonale sostitutiva. Dal punto di vista psicologico, invece, il punto nodale è la comunicazione: il calo del desiderio va spiegato, comunicato al partner. I problemi nascono quando non si riesce a comunicare.

E se una donna è sola?

Martin: Dipende sempre dalla rete relazionale. Se questa è forte, c’è una maggiore predisposizione a cercare attività e interessi. La persona più sensibile che con l'insorgere della menopausa si trova anche sola corre il rischio di fermarsi a causa della diminuzione drastica degli ormoni. Sapere che il nostro corpo va incontro a cambiamenti e sapere che si possono gestire: questi sono i concetti da interiorizzare.  

C’è chi si sente meno donna senza le mestruazioni?

Martin: Sì, perché il pensiero diventa “non posso più avere figli”. La menopausa arriva in Italia in media attorno ai 52 anni, ma c’è anche un numero notevole di casi di menopausa precoce fra i 45 e i 50 anni. Sono queste donne, soprattutto, che sentono di avere un tempo ridotto. 

E l’aspetto della sessualità?

Martin: L’uomo non percepisce un brusco calo di libido e desiderio come accade invece alle donne. C’è una disparità. La partner cerca l’uomo in modo diverso, non soltanto dal punto di vista della prestazione, ma da quello dell’affetto. Le coppie devono agire la loro sessualità in maniera differente.

Si impara a farlo?

Martin: Sì, il passaggio chiave è la comunicazione. Serve flessibilità, non incastrarsi negli stereotipi. È un forte pregiudizio dire che la sessualità non esiste dopo i 60 anni, è però anche vero che la vita di una donna è scandita dal ciclo, la menopausa smonta questo ordine. Cambia qualcosa, aumenta la sensibilità, il corpo non sta al passo con quello che la donna vuole fare e ci si interfaccia con un partner che spesso non comprende quello che le sta succedendo. 

Quando entra in gioco lo psicologo?

Martin: Il primo intervento è sempre medico, ma serve un lavoro d’équipe per gestire corpo e mente nel momento in cui la caduta degli ormoni cambia la velocità del corpo rispetto alla mente. Lo psicologo entra in gioco quando è chiaro che mente e corpo viaggiano su binari paralleli e devo cercare di riconciliare le parti del circuito e, per la coppia, in caso di discrepanza fra quello che vivono i due partner.  Il medico può dare una crema con estrogeni, lo psicologo aiuta a capire se è normale questo vissuto psicologico di stanchezza e a non rimanere incastrati nel problema del mio corpo che cambia, ma aprire con il sorriso la porta a questa nuova vita.

 

 

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