Dad alle medie: “Il rischio è una generazione di sdraiati”
A casa da scuola dalla seconda media. Cosa succede a questi ragazzi chiusi in camera con smartphone e pc e alle prese con didattica a distanza e solo relazioni digitali? “Li stiamo facendo “sdraiare” ancora di più. I preadolescenti non esistono, alle medie sono in adolescenza pura e questa situazione rimpolpa la loro tendenza naturale alla passività. A questa età non si può dare l’autonomia pura, genitori e insegnanti devono tenere il ruolo educativo. Non possiamo lasciarli “sdraiare””. È chiara Giulia Mazzei, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale del centro Koala, che lavora con bambini, ragazzi e famiglie
DAD E LOCKDOWN ALLE MEDIE: I DANNI SUI RAGAZZI
La seconda e terza media in didattica a distanza. Come la stanno vivendo i ragazzi?
C’è chi soffre tantissimo, soprattutto i “bravi” quelli che stavano bene a scuola, senza problemi di apprendimento né di relazioni. Per loro togliere l’aspetto sociale ha una ricaduta anche sulla didattica, perché l’apprendimento passa dall’emotività. Per i ragazzi che hanno difficoltà relazionali o che sono molto vivaci (che quindi vengono ripresi spesso) invece è la salvezza, perché non hanno più la dinamica che li fa soffrire. Poi ci sono i grandi assenti, i ragazzi con svantaggio sociale, che si perdono con la DAD. Per tutti però c’è lo stress da pc, da mancanza di dimensione sociale e da cambiamento dei tempi.
Qual è il rischio?
Per tutti i ragazzi lo stare a casa va a rimpolpare una loro già tendenza alla passività. Sono gli anni in cui possono esplorare e esplorarsi. Le prime uscite in autonomia, le prime relazioni amorose e la scoperta di passioni da sviluppare. Sono gli anni più vitali…o li facciamo sdraiare ancora di più
ISOLAMENTO E DIDATTICA A DISTANZA: 5 COSE DA FARE PER AIUTARE I RAGAZZI E LE 3 COSE CHE POSSONO IMPARARE
L’adulto cosa può fare?
Non mollare mai l’attenzione educativa. Sia i genitori sia gli insegnanti devono esserci, ancora di più. Stiamo puntando all’autonomia ma non può essere autonomia pura a quest’età. Rispetto al lockdown di marzo molti genitori sono al lavoro adesso e quindi questi ragazzini rischiano di passare molte ore da soli. L’adulto deve “esserci”. Come? Seguendo qualche parola chiave:
- Falli andare a scuola: Falli entrare nell’ottica che “si va a scuola”. Crea uno spazio e un tempo, come quando esce per andare in classe la mattina. Tempi e spazi della scuola non devono mischiarsi a quelli della casa
- Aiutali a disconnettersi: Dad e compiti e divice sono gli unici contenuti della giornata. Stanno perdendo tutto il resto (amici, attività sportiva…). È fondamentale che imparino a staccare.
- Attivali: Non stare loro addosso sulla scuola, ma crea spazi di attivazione, riattiva le loro passioni. Non puoi fare sport? Guardiamo film su vita di un giocatore di basket…
- Dai valore al loro sacrificio: attivarli rispetto a quello che sta succedendo nel mondo. C’è un problema mondiale e la risposta è stare a casa. Dai valore al loro stare a casa, dicendoglielo, rendendoli partecipi. Questo possiamo farlo solo noi grandi, anche se siamo arrabbiati e delusi ed è difficile.
- Valida la loro fatica: Sono nativi digitali ma fare scuola con il Pc è faticoso anche per loro. Dai valore alla loro fatica
Cosa stanno imparando che potranno “giocarsi” nel futuro?
Possono imparare tanto, se guidati sicuramente possono acquisire delle skills per il loro futuro.
- Flessibilità: il cambio di strumento per apprendere e della modalità di parlare sicuramente incrementano la loro flessibilità. Ma va guidato. Se il docente attiva stanze per lavori tra compagni e dà la possibilità di avere percorsi di apprendimento a gruppetti e in modo diverso, sicuramente i ragazzi svilupperanno flessibilità mentale. Se si fanno solo lezioni frontali, stiamo perdendo un’occasione.
- Creatività: Stanno imparando che tutto ciò che facevano in un modo ora si fa in un altro. I genitori possono aiutare in questo, a fare vedere questo aspetto e questi ragazzi saranno più creativi.
- Gestione della noia: Stanno vivendo isolati? Ecco stanno imparando che nella vita ci sono tempi pieni e tempi vuoti e impareranno a gestirli meglio. I ragazzi oggi sono abituati a riempire la noia, con l’emergenza della pandemia aiutiamoli a capire che la noia esiste e che ci si può annoiare. Facciamolo dando loro l’esempio
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