Superiori: “Scegli guardandoti dentro”
“Prima di andare a un open day, guardatevi dentro”. Marianna Ventola, consigliera di orientamento scolastico e fondatrice del centro di assistenza allo studio Seidipiù, non ha dubbi. La cosa più importante che un genitore possa fare per affiancare il figlio nella scelta della scuola secondaria superiore, è aiutarlo ad abbozzare il proprio progetto di vita. E’ aiutarlo a guardarsi dentro, appunto, prima che fuori. “Prima che nelle scelte degli amici, nella presentazione delle scuole, nelle aspettative dei genitori”.
Possibile, con preadolescenti che alla domanda “cosa vuoi fare da grande” o “cosa ti piace studiare” il più delle volte rispondono “non lo so!”?
Marianna Ventola: A 13 anni i ragazzi sono personalità in crescita che hanno già una loro identità, dei talenti e degli interessi. Quello che non hanno, nella maggior parte dei casi, è la fiducia nella loro capacità, nelle loro risorse di saper trovare le motivazioni che guidano una scelta. Dobbiamo aiutarli a sperimentare questa consapevolezza e questa fiducia.
Come si fa?
Marianna Ventola: A Seidipiù abbiamo creato un percorso di orientamento di gruppo per ragazzi, e parallelamente per i loro genitori, chiamato Step, passo, perché la scelta della scuola superiore è spesso il primo passo di una sfida molto importante per gli studenti: pensarsi in termini di progettualità personale. In due incontri di tre ore, più un colloquio finale, guidiamo i ragazzi a interrogarsi su dove vogliono arrivare e quali sono le motivazioni che li spingono utilizzando tecniche di narrazione. Attraverso il racconto di fantasia, infatti, è più facile proiettare quello che si ha dentro. Partiamo da un racconto, in cui succedono delle cose, e attraverso il quale aiutiamo i ragazzi a fantasticare e a ragionare e, così facendo, ad abbozzare il proprio progetto di vita.
Che consigli darebbe un genitore che vuole aiutare il figlio “a progettarsi” e a capire che scuola scegliere?
Marianna Ventola: Innanzitutto di abituarsi di osservare i propri figli in termini di talenti e di interessi, perché sono questi che aiutano a capire chi sono io oggi a tredici anni e in che ambito mi posso collocare meglio. Cosa fa volentieri? Per cosa si sente portato? Passa le giornate a leggere o, piuttosto, a smanettare sul pc e a interessarsi di informatica? Non è sufficiente appoggiare la scelta di un figlio per poi, magari, trovarsi a dirgli “L’hai scelto tu, ora non ti lamentare!”. Da genitori, dobbiamo fare la fatica di aiutare i ragazzi a immaginarsi nel futuro. Il mio consiglio è di partire da una frase come questa: cerchiamo di capire cosa è davvero importante per te. E di guidare i figli a immaginarsi nel futuro, fantasticando appunto, con domande come queste: che tipo di persona mi piacerebbe essere? Oggi sono così, ma dove mi piacerebbe arrivare, e come posso fare per raggiungere questa meta? Ho le motivazioni per riuscirci? Dopo questa riflessione interna, si guarda fuori. Per esempio agli elenchi di materie dei vari indirizzi: cosa vuol dire studiare finanza e marketing? Mi ci vedo a passare tre ore tutti i giorni sui libri?
Quanto sono importanti i giudizi orientativi dei professori delle medie e i test attitudinali?
Marianna Ventola: Spesso i giudizi orientativi si basano sul rendimento, ma una cosa sono i risultati scolastici e un’altra le passioni e le attitudini dei ragazzi. Allo stesso modo, pur non essendo assolutamente contro la psicometria, credo che anche basarsi solo sui test attitudinali per la scelta della scuola sia riduttivo: non possiamo basare una scelta importante come quella della scuola superiore solo sulla misurazione dell’intelligenza o dell’interesse. Molti ragazzi, inoltre, con i test si sentono giudicati, caricandosi di ansia inutile.
Quali errori dovremmo evitare da genitori?
Marianna Ventola: Condizionare i ragazzi. O non aiutarli a ragionare se una scelta ci sembra non adatta ai nostri figli: è importante, anche se difficile e faticoso, analizzare quanto una scelta peserà sul ragazzo e sulla famiglia, dirsi le cose. L’astronauta Samantha Cristoforetti, racconta che per affrontare una lunga permanenza nello spazio il bagaglio essenziale è racchiuso in contenitori chiamati bricks. Possiamo usare questa immagine per aiutare i ragazzi: cosa mi voglio portare dietro nel grande viaggio che sarà il nostro futuro? Cosa è essenziale per me? Cosa penso che mi servirà?
Nuovo ciclo di STEP: Due incontri di gruppo per studenti e genitori la mattina del 5 e del 12 dicembre e colloquio individuale per finalizzare la scelta.
Per informazioni e iscrizioni: info@seidipiu.it – 3773221898 – 027384325
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