Mondiali di calcio femminile: empowering per le bambine
L’Italia torna ai Mondiali di calcio femminile, dopo 20 anni di assenza. Si gioca in Francia, fino al 7 luglio e l’esordio delle Azzurre è domenica 9 giugno. Il calcio femminile esiste e cresce: nel mondo sono 16milioni le donne che giocano a pallone (ricerca Nielsen), per i mondiali sono previsti 1 miliardo di spettatori e il montepremi è aumentato del 233% rispetto ai Mondiali 2015 del Canada. Ma…Ma il calcio femminile continua a dover combattere….
CALCIO FEMMINILE: ESISTE UN GAP DI GENERE
La Norvegia scende in campo in Francia senza Ada Hegerberg (vincitrice del Pallone d’oro 2018). Il motivo? La Hegerberg è da tempo la paladina dei diritti delle calciatrici per il giusto salario, la pay eqaulity. La ct della nazionale italiana, Milena Bertolini, ha detto che in termini di discriminazione “c’è ancora molto lavoro da fare”: “La discriminazione era che fino a poco tempo fa una bambina non potesse sognare di giocare con la maglia della squadra che tifava o di arrivare in Nazionale, mentre il suo compagno di banco sì”.
IL CALCIO FEMMINILE: I NUMERI
Nel mondo sono 314 milioni le persone interessate al calcio femminile, 16milioni le donne che giocano a calcio (lo stesso numero di chi gioca a tennis). Rispetto a 20 anni fa le tesserate in Italia sono aumentate del 111% (dati Uefa) e sono cresciute ancor più nelle categorie giovanili. Tra i 13 e i 16 anni nel nostro paese sono tesserate 4875 ragazze contro le 1297 di vent’anni fa. Il successo lo dimostrano anche le 40 mila presenze allo stadio lo scorso marzo per Juventus Women-Fiorentina, la vendita della Barbie dedicata a Sara Gama e l 'inclusione delle squadre femminili nell'album di figurine Panini. Ma il calcio è ancora considerato uno sport dilettantistico.
IL CALCIO FEMMINILE IN ITALIA È IN CRESCITA, A PARTIRE DALLE SQUADRE DELLE BAMBINE
Il centro familyfriendly Lombardia Uno è centro tecnico Milan e da quest’anno lo è anche per il calcio femminile. Paolo Giuliano è il direttore generale ed è ottimista sul futuro del calcio femminile, grazie proprio alle nuove generazioni
Il calcio femminile è figlio di un dio minore in Italia?
È una nicchia perché è ancora visto e comunicato come sport maschile e quindi le ragazze che si avvicinano sono poche rispetto a quelle che potrebbero essere. E in più le federazioni lo reputano ancora un calcio minore, dilettantistico e quindi molte atlete che vogliono fare agonismo devono orientarsi su altri sport. C’è da lavorare, nella Federazione e nelle famiglie, ma la posizione cambierà, il calcio femminile è in evoluzione. Questi Mondiali sono un passo in avanti.
C’è differenza tra il calcio maschile e femminile?
Io ho notato, soprattutto a livello giovanile, che quando una ragazza o bambina si avvicina al calcio lo fa con molta passione e molta più voglia dei maschi. Sono motivate, sentono una forte passione interna. Chi lo fa ha voglia davvero Nei maschi esiste tutto questo, ma veicolato dal fatto che tutti i bambini fanno calcio. Questa è la differenza
Come è la situazione delle squadre femminili giovanili?
Le ragazze che si avvicinano al calcio sono sempre di più e hanno voglia di farsi vedere ed emergere. Ma le femmine iniziano a 11 anni, non a 5 o 6 anni come i maschi e quindi non si ha possibilità di orientale.
Cosa serve per cambiare il calcio femminile in Italia?
Bisogna partire dalla scuola calcio e da li costruire quelle che saranno le bambine che faranno preagonismo e agonismo. Alle famiglie consiglio di dare l’opportunità alle bimbe di provare per capire se c’è interesse. Come si fanno provare alle figlie nuoto, danza, ritmica, perché non fare conoscere anche il calcio? E poi serve una riforma federale. Il calcio femminile professionista deve esistere. Serve uniformarlo a quello maschile a livello federale se si vuole fare davvero qualcosa. Solo così ci saranno prospettive uguali e stipendi uguali per le atlete. Solo così si supererò il gap di genere
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