Legge Cyber bullismo
Il 18 giugno 2017 entra in vigore la legge sul cyberbullismo. Cosa cambia per i nostri figli e per le nostre famiglie? Lo abbiamo chiesto a Ivano Zoppi, presidente della cooperativa sociale Pepita da anni in prima linea nella prevenzione e lotta a bullismo e cyberbullismo con cui Radiomamma ha sviluppato il suo workshop DIGITAL FAMILY per genitori e figli insieme sull’uso responsabile dei dispositivi digitali.
LEGGE SUL CYBERBULLISMO
Cosa cambia nelle scuole dei nostri figli?
Ogni singola scuola dovrà nominare un docente-referente per le attività di prevenzione e contrasto del cyberbullismo che può collaborare con la polizia e le associazioni del territorio. Inoltre i presidi che vengano a conoscenza di atti di cyberbullismo dovranno informare i genitori dei minori coinvolti e prevedere sanzioni disciplinari in base alla gravità degli atti compiuti. Per i minori che compiano atti di cyberbullismo, se non ci sono querele o denunce per i reati di cui agli articoli 594, 595 e 612 del codice penale, ci sarà un ammonimento. Verranno cioè convocati dal questore convoca il minore insieme ad almeno un genitore.
Entro il 18 settembre di quest’anno, inoltre, il Ministero italiano dell’Università e della Ricerca (Miur) dovrà adottare delle linee di orientamento per le scuole sulla prevenzione e la lotta al cyberbullismo e aggiornarle ogni due anni.
Prevenzione del cyberbullismo: la legge prevede della formazione per noi genitori?
La legge non fa specifico riferimento alle famiglie o ai genitori. Come previsto dalla legge su La Buona Scuola sono previste attività di formazione per il personale delle scuole e un coinvolgimento diretto di studenti ed ex studenti nelle varie attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo.
Rimozione di contenuti in rete: come possiamo richiederla noi e i nostri figli secondo la nuova legge sul cyberbullismo?
Con la nuova legge ogni minore ultraquattordicenne vittima di cyberbullismo, o i suoi genitori, può chiedere direttamente ai gestori di siti Internet e Social Media di oscurare i contenuti che lo riguardano e può rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali se la sua richiesta non viene eseguita entro 24 ore.
Fenomeno Blue Whale: la nuova legge sul cyberbullismo può aiutare le famiglie in casi come questo?
Il problema di Blue Whale è che se ne parla troppo. E più se ne parla, senza fare vera informazione, più si rischia di trasformarlo davvero in un fenomeno che può avere facile presa su ragazzi fragili a cui sfide pericolose vengono “vendute” come finti messaggi di libertà. Ad oggi alcuni segnali ci dicono che il gioco effettivamente esiste, per esempio dei codici diffusi sui social che permettono di essere ricontattati, ma non abbiamo evidenze empiriche di collegamenti con i suicidi. Detto questo, la cosa più importante è sempre far riflettere i nostri figli: che reali obiettivi ha chi ti chiede di fare un gioco pericoloso? Vale la pena mettere a rischio la tua vita? Come per tutti i tipi di pericoli connessi all’uso delle nuove tecnologie, dal cyberbullismo al sexting, il consiglio per i genitori è di stare all’erta, di notare se i ragazzi cambiano repentinamente umore, se si chiudono in loro stessi, se fanno riferimenti strani. Il primo livello di prevenzione è parlare con i figli, è esserci.
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