Inserimento al nido: il metodo dei tre giorni e quello tradizionale
Tempo di inserimenti al nido e alla scuola dell’infanzia. Pianti dei bambini e ansia e senso di colpa nelle mamme. E ‘il primo grande distacco tra mamma e bimbo. Si parla sempre più del modello svedese di inserimento in tre giorni in alternativa a quello tradizionale che prevede l’uso di un paio di settimane almeno. La psicologa e psicoterapeuta familyfriendly Sara Sainaghi ci ha aiutato a capire il modello dei tre giorni e ci ha dato consigli per i genitori che affrontano l’ambientamento al nido
INSERIMENTO AL NIDO: COME FUNZIONANO IL MODELLO SVEDESE DEI TRE GIORNI E QUELLO TRADIZIONALE
L’inserimento in tre giorni arriva dal Nord Europa. Bambino e genitore trascorrono al nido la prima intera giornata insieme. Insieme esplorano l’ambiente, conoscono educatrici e bambini vivendo sempre uno a fianco dell’altra la routine giornaliera. Il secondo giorno l’educatrice di riferimento è vicino a mamma e bimbo e il terzo giorno il genitore “lascia fare qualcosa” all’educatrice, sempre stando a fianco del piccolo, ma un po’ disparte. Il quarto giorno il genitore accompagna il bimbo al nido, lo saluta e va al lavoro. I bambini acquisiscono in tre giorni familiarità con gli spazi del nido e con l’organizzazione temporale di quell’ambiente che hanno imparato a conoscere insieme alla mamma o al papà.
L’inserimento tradizionale, il più usato nei nidi italiani, dura circa due settimane. Il bimbo frequenta il nido per qualche ora, con il genitore prima e poi senza. Il lasso di tempo trascorso nella struttura aumenta di giorno in giorno, fino ad arrivare alla frequentazione full time da soli.
Quali sono i lati positivi e negativi del modello svedese dell’ambientamento in tre giorni al nido?
Il punto di forza è che consente al bambino di conoscere esattamente la routine dell’asilo insieme al genitore. C’è tutto il passaggio della giornata insieme alla mamma. Per il piccolo vedere la mamma agire in quell’ambiente è rassicurante e questo velocizza l’ambientamento. In più anche la figura di riferimento si tranquillizza, testando in prima persona l’ambiente e le persone con cui lascia il figlio. Il lato negativo è che il bimbo resta subito al nido dalle 9 alle 1530 e questo ha per lui un alto costo energetico. Fa fatica a stare tutta la giornata all’asilo e con questo modello di inserimento lo stress è tutto da subito
Quali sono i lati positivi e negativi del modello tradizionale dell’inserimento al nido?
Il punto di forza è che il bimbo per le prime settimane sta sotto stress per un tempo minore, la gradualità temporale è meno faticosa per lui. Il lato negativo, oltre al lungo impegno per il genitore (due o più settimane) è che questo inserimento non consente al bambino di capire subito cosa lo aspetterà. Vive continui cambiamenti: un giorno la mamma sta con lui un’ora, un giorno di meno, quello dopo scopre che c’è anche la merenda e poi arriva la pappa e infine la nanna. Tutti questi cambiamenti gli impediscono di crearsi un’aspettativa (che è invece facile e immediata nell’ambientamento in 3 giorni). Ogni giorno una novità
Quali sono i consigli per i genitori durante l’inserimento al nido?
- Non cambiare le abitudini a casa. “Prima del nido comincio a fargli meno coccole? Non gli do più io la pappa a casa” No, continua a fare quello che hai sempre fatto. Entrato al nido ci sarà tempo e spazio per avere nuove abitudini.
- Non spaventarti mai davanti al pianto. È un cambiamento grosso, sia per il bambino sia per il genitore. Che ci siano difficoltà nell’inserimento (pianto, crisi al distacco) è normale. Questo non significa che c’è chissà quale problema, ma è semplicemente la prima vera separazione.
- Aspettati reazioni. Durante l’ambientamento i bambini possono essere più arrabbiati, fare più capricci, risentirne nel sonno, essere molto attaccati a figura di riferimento. Vivono tante ore separati dai genitori e devono capire come funziona la novità della separazione e riunione. È la loro reazione allo stress, è normale
- Decidi chi fa l’inserimento. Andrebbe fatto da chi di norma sta più tempo con il bambino, la figura con cui è abituato ad avere quotidianità
- Comprendi i capricci e rispondi a tono. Pensa sempre che il capriccio è dato da uno stress emotivo. Se ha bisogno di un abbraccio in più, va bene. Se ha bisogno di più storie la sera per addormentarsi, va bene. Se vuole le caramelle perché “sono stato al nido” e se per te mamma la caramella era no prima, resta no anche ora. Accogli sempre l’emozione del bambino ma non va assecondato il suo capriccio
- No al senso di colpa. Questa sensazione accompagna le mamme per l’eternità. Cerca di capire da dove nasce. Prenditi del tempo per razionalizzare che è una questione di scelte, il supereroe non esiste. Non puoi lavorare e fare la mamma a tempo pieno. Se vuoi o devi lavorare, già questo dovrebbe placare il tuo senso di colpa. Non c’è scritto da nessuna parte cosa è meglio per il bambino.
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