Genitori e figli, imparate a litigare
“La competenza più utile da insegnare ai nostri figli è saper stare con gli altri quando gli altri fanno fatica a stare con noi”. Il pedagogista Daniele Novara la chiama competenza conflittuale e sull’urgenza di acquisirla ha pochi dubbi: “Per sopravvivere nella società narcisistica di oggi, e ai conflitti che esplodono quotidianamente in famiglia, a scuola e sul lavoro, dobbiamo imparare tutti a mettere un filtro alle emozioni”.
Radiomamma lo incontra a pochi giorni dall’inizio delle scuole e a un mese dal convegno nazionale del 12 ottobre al Teatro Dal Verme di Milano dedicato all’alfabetizzazione al conflitto per una nuova cittadinanza con cui il “suo” Cpp celebra 30 anni di attività.
Partiamo dal titolo del convegno, Né buoni Né cattivi, cosa significa?
Daniele Novara: Vogliamo lavorare con insegnanti, genitori ed educatori per ridefinire le basi di una convivenza che non consideri più il conflitto un tabù ma, al contrario, un’occasione per imparare a stare con noi stessi e con gli altri. Prevenendo la violenza, questa sì un tabù. Dobbiamo lavorare su noi stessi, senza sentirci né buoni né cattivi.
Parla di urgenza per acquisire questa competenza conflittuale, perché?
Daniele Novara: Una volta bastava sottrarsi ai litigi per vivere in maniera tranquilla. Oggi no: penso alla violenza che si genera sui social network, o anche solo all’esplosività e ai conflitti che, con l’inizio della scuola, si generano tra genitori e figli, tra genitori e insegnanti e anche nelle chat dei genitori. Abbiamo delle responsabilità verso le nuove generazioni.
Genitori ed educatori cosa dovrebbero fare?
Daniele Novara: Non colpevolizzare i ragazzi quando litigano. Concedere loro la possibilità di vivere i litigi invece di vietarli o di intervenire per redimirli. Solo così impareranno a riconciliarsi e a gestire le emozioni che si generano quando si scontrano con qualcuno.
Esistono delle regole per affrontare bene i conflitti?
Daniele Novara: La più importante è mettere un filtro alle emozioni. Imparare a gestire la nostra instabilità emotiva, e quella degli altri, prendendo le distanze dal proflusso emotivo che ci impedisce di comunicare e di capire ciò che l’altro mi deve dire. L’enfasi emotiva appartiene alla società e alla centralità narcisistica in cui oggi viviamo, fatta di individui sempre più permalosi e suscettibili. Bisogna imparare a tenerla a freno. Per esempio senza prendere alla lettera le parole che ci vengono rivolte ma concentrandoci sul messaggio che ci viene rivolto, per esempio prendendo tempo prima di rispondere. Il convegno offre a tutti la possibilità di passare dall’esplosività emotiva alla competenza conflittuale attrezzandosi con nuovi apprendimenti.
Per partecipare e iscriversi al convegno
331.619070
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