Dislessia: l'incubo compiti
Dsa e compiti: “No alle minacce, no alle suppliche, no ai turni di guardia sui compiti dei figli”. Piero Crispiani, pedagogista clinico e direttore scientifico del Centro italiano dislessia, è categorico: “Sostituirsi ai figli nei compiti è sbagliato, come pure deresponsabilizzarli in classe, anche e soprattutto quando si tratta di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali come disgrafica, dislessia e discalculia”.
Dsa e compiti: un metodo per i tuoi figli
Dal 2 al 4 ottobre, presso il Centro Clinico Psicopedagogico Victor di Como, proprio su questo tema Crispiani terrà un corso Itard per insegnanti, operatori e genitori interessati alla diagnosi e trattamento della discalculia. Radiomamma l’ha intervistato in cerca di consigli per le mamme e i papà alle prese con compiti pomeridiani che tendono a protrarsi all’infinito…
Qual è il modo giusto di aiutare un figlio dislessico senza minacciarlo o sostituirsi a lui nei compiti a casa?
Innanzitutto guardare insieme a lui i compiti assegnati, ragionare su cosa deve fare e quali possono essere le difficoltà. Quindi dirgli: “Svolgi queste operazioni, studia fino a qui, e poi mi fai vedere”.
Esistono una routine e un tempo giusto di studio per uno studente dislessico?
Certamente c’è un modo sbagliato: quello di trascinarsi i compiti per ore, senza distinguere in modo chiaro il momento dello studio e quello, per esempio, della televisione. Prendiamo un ragazzo delle medie: ha lavorato a scuola, tornato a casa deve mangiare e riposare cercando di mettere barriere alle distrazioni, non deve per forza parlare e raccontare o essere bombardato di stimoli. E’ importante che gli alunni dislessici si concentrino e attivino subito, perché impiegano un po’ di tempo ad andare a regime. Se si stancano, fate delle pause, ma non protraete lo studio all’infinito. E ricordate questo: i bambini dislessici sono iper sensibili agli stimoli laterali, si fanno facilmente catturare da loro, quindi meglio sgombrare la scrivania da giochi e cancellaria non necessaria al compito da svolgere.
Cosa deve fare un genitore se il compito è scritto male e non risulta leggibile?
Privilegiate sempre la fluidità piuttosto che la precisione e la bella scrittura. Concentrandosi troppo sulla bella calligrafica, il bimbo e il ragazzo disgrafico o discalculico si stanca, finisce per fare tanti errori orografici e per vivere un forte senso di frustrazione. Davanti a un tema che vi sembra scritto male, fate notare a vostro figlio eventuali errori orografici da correggere ma assolutamente non fate diventare la riscrittura dei compiti un’abitudine.
E in classe? Si comincia a parlare di sanzioni per le scuole e insegnanti che non mettono in pratica il piano didattico personalizzato (pdp) concordato con genitori e specialisti..
Certamente un genitore che concorda un pdp per il figlio e non lo vede rispettato deve protestare con i presidi il cui compito è di vigilare. Purtroppo la legge 170 sulla dislessia lascia spazio a diverse interpretazioni che generano errori. Da un lato, per esempio, sentiamo di bambini disgrafici o discalculici cui viene assegnato il sostegno, pratica gravissima che finisce per demotivare il bambino su cui il ministero dell’Istruzione è assolutamente contrario. Dall’altra, spesso si arriva a norme che contrastano con il principio costituzionale della libertà didattica. La legge 107, che i suoi stessi estensori hanno da subito criticato perché tratta la dislessia in ambito sanitario anche se non è una patologia, andrebbe rivista con calma.
Per informazioni sul corso contattare il Centro Clinico Psicopedagico Victor di Milano
centroclinico.victor@gmail.com
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