Parto: psicologhe in corsia

Mum in the Gap aiuta le neomamme: allattamento, dolore, emozioni. Da 10 anni in Mangiagalli, in un libro i consigli per il parto e il dopo


In camicia da notte, 24 ore su 24, circondata da palloncini e parenti urlanti che ti guardano con il punto interrogativo sugli occhi perché tu sei stanca, malinconica, hai dolore ovunque e non sai da che parte cominciare. Di cosa stiamo parlando? E’ la normalità nella “Stanza del puerperio” racconta Mum in The Gap, l’equipe di psicologia perinatale che da 10 anni in Mangiagalli sostiene le neomamme (800 ogni anno).

Sara, Valentina, Caterina, Roberta, Elena e Giorgia, in collaborazione con il personale sanitario ospedaliero in un progetto-ponte tra la Mangiagalli e il consultorio Genitori Oggi, lavorano nella maternità della Mangiagalli e forti di dieci anni di esperienza hanno deciso di scrivere un libro, “a 12 mani e una testa”: Parto in arrivo, appunti di viaggio per donne in camicia da notte anche di giorno (Red Edizioni) Con immagini e parole è un racconto emotivo di quello che ti aspetta immediatamente dopo il parto, in reparto e una volta tornata a casa. Un racconto sugli scenari psicologici del post partum.,

Radiomamma al terzo piano della scala B della Mangiagalli dove c’è la sede dell'Equipe di Psicologia Perinatale.

Come è nato questo libro e qual è l'obiettivo?
 

Nel libro diciamo tutto quello che abbiamo visto in questi 10 anni e spieghiamo che sono sensazioni fisiologiche. Legittima le neomamme a viverle bene, a vederle come momenti di passaggio. Con immagini e parole semplici (e che fanno sorridere spesso ndr) è un racconto emotivo di quello che ti succederà. Raccontiamo della vita in camicia da notte ma anche dei passaggi emotivi della maternità. (“Aspetti questo bambino in gravidanza, aspetterai che cresca in peso e altezza…e poi ti ritroverai ad aspettarlo fuori da una discoteca”). Soprattutto ti diciamo: nella maternità c’è anche l’altra faccia della medaglia

Quali sono le 5 cose che le donne dovrebbero sapere prima di partorire?
 

Concediti l’ambivalenza, anche verso tuo figlio. Stai imparando, serve un tempo di apprendimento. Ci si ama nel tempo, anche con tuo figlio. Lacrime e malinconia ci saranno. Non sei strana tu! La seconda cosa fondamentale da sapere è che Il dolore c’è. Quello del parto è più tollerato perché previsto. Invece metti in conto che ci saranno anche la lenta ripresa fisica e l'allattamento, sicuramente faticoso e magari anche doloroso e complicato. Poi sappi che non puoi controllare tutto. A partire dal parto. La donna arriva in ospedale pensando che con l’epidurale non soffrirà, ma spesso ciò non avviene. E questo è vissuto come il primo fallimento. E inizi così a capire che non puoi controllare tutto. Ricordati che il tuo tempo cambia. Non sarà più come prima. Entrerai in una temporalità rallentata. La donna di oggi fa fatica ad accettare questa cosa. Ultimo ma non meno importante: non sarai più la donna di prima. Ogni neomamma cerca di tornare quella di prima (tornare nei tuoi jeans, essere di nuovo operativa e multitasking su tutti i fronti). Ma è impossibile: sarai più affaticata, meno lucida e meno efficiente…almeno per un po'! Difficile rinunciare a questo.

Psicologhe in Mangiagalli, perchè? 
 

In Italia non c’è molto la cultura della presenza in reparto della psicologa, perché il parto è dipinto e considerato come felicità assoluta, al contrario dove c’è la psicologa c’è sofferenza. Invece è naturale l’ambivalenza di sensazioni e sentimenti che prova una donna dopo il parto. Ma è difficile da accettare. E qui entriamo in gioco noi.

Come funziona il servizio?
 

Dal lunedì al venerdì facciamo il giro del reparto (Reparto Puerperio/Nido -vedi foto in alto-, mentre Elena-nella foto a fianco- è fissa in patologia neonatale e terapia intensiva) e “ci fermiamo” dove serve. Spesso sono le ostetriche a segnalarci i “casi di sofferenza che notano”. Sono le professioniste che più vivono la donna nella sua quotidianità e hanno più occasione di cogliere i segnali di disagio. Lavoriamo a stretto contatto con loro, facendo incontri informativi e poi dando sempre una restituzione post-colloquio. Così è una crescita per tutti. Poi ci sono i pediatri neonatologi, i ginecologi, le puericultrici e le infermerie pediatriche a cogliere altri aspetti di crisi delle neomamme. A volte poi, chi sa della nostra presenza in reparto (da una amica, dalla sorella, dai corsi di preparazione al parto della Mangiagalli, ...) chiede spontaneamente di incontrarci.

Un colloquio con la psicologa e poi?
 

Il colloquio avviene nella stanza di degenza. Abbiamo fatto molta ricerca per trovare un metodo che ci permettesse di intervenire in modo immediato e incisivo. Un unico incontro per arrivare ai nodi centrali e scioglierli prima che possano diventare patologici. E così abbiamo messo a punto una modalità nostra: applichiamo l'approccio psicologico/psicoterapeutico EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che nasce dal lavoro psicologico sui traumi (per i terremoti per esempio). Noi lo usiamo in particolare per il trauma da parto e per i blocchi nel percorso iniziale dell'allattamento... Consiste nel lavorare sulle immagini che ti sono rimaste dentro, sulle emozioni e le sensazioni che ti mandano in crisi e nel riuscire a metabolizzarle, a lasciare andare quegli aspetti che con il tempo, se rimanessero lì, potrebbero gettare ombra anche sul caring, sul tuo rapporto con tuo figlio.

Due consigli mentre sei in ospedale
 

Impara a chiedere e a colonizza il reparto. L’ospedale è uno spazio che ti serve, rendilo utilizzabile. Esci, non stare in camera. Cammina, parla con le altre donne, vai al nido, il reparto non è un albergo ma attivati per “sfruttare” questo periodo. Gestisci i parenti. Vicini sì, ma non troppo. Dopo il parto sarai invasa da palloncini, sorrisi, consigli, risate…e tu penserai di non poterti permettere di essere triste… Invece, viverti la malinconia e l’ambivalenza , serve a riprenderti.

Le difficoltà più comuni dopo il parto?
 

Le questioni più frequenti sono tre: la difficoltà per l’allattamento (è doloroso e complicato e sei spiazzata dalle mille informazioni diverse che ti piovono addosso), la convivenza con il dolore post partum e la gestione del secondo figlio a casa. Ma è soprattutto il sentire sensazioni ambivalenti che ti disorienta. C’è molta conoscenza della depressione dopo il parto, ma ogni emozione ambivalente viene temuta ed etichettata subito come depressione post partum. Sembra non essere ammessa e concessa una normale malinconia, che invece è fisiologica e naturale dopo il parto…

Due consigli per quando esci dall'ospedale
 

Chiedi aiuto, mettiti in connessione. Da tua mamma al blog… Ricordati che a tutti serve sostegno, pratico. Anche solo per dormire un’ora. Non sei tu debole. La solitudine è il nemico numero uno delle neomamme. Ricordati che tutto scorre, passa. Tu hai l’impressione che il male non finirà, che non riuscirai mai a calmare il tuo bimbo, che il tuo corpo non si riprenderà mai. E invece? Passa, tutto si trasforma. Anche la tua fatica cambierà.

PER SAPERNE DI PIU'
Parto in arrivo, appunti di viaggio per donne in camicia da notte anche di giorno. Red Edizioni

Mum in The Gap: clicca qui

 


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Mum in the Gap, psicologhe in Mangiagalli per il parto

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